Ospedale Val Vibrata, il piano di rilancio del Comitato civico

Nel teramano la spesa più bassa d'Abruzzo ma i tagli sono uguali per tutti. Ospedali periferici penalizzati

2025-09-24T08:25:00+00:00 - La Redazione

Ospedale Val Vibrata, il piano di rilancio del Comitato civico

SANT'OMERO - “Vediamo se, almeno sulla matematica, riusciremo ad evitare le accuse di politicizzazione che ci sono state rivolte in questi mesi”. Esordisce così, in una nota, il Comitato Civico per la tutela dell’Ospedale Val Vibrata e della Sanità Pubblica.

Il Comitato sottolinea come i dati sulla spesa sanitaria nel primo semestre dell’anno mostrino una forte disparità tra le quattro ASL abruzzesi. La spesa pro-capite risulta infatti di:
• L’Aquila: 1.104 euro/cittadino
• Pescara: 1.185 euro/cittadino
• Chieti: 1.013 euro/cittadino
• Teramo: solo 990 euro/cittadino

“Non solo Teramo è la più penalizzata – osserva il Comitato – ma una parte significativa di queste risorse è assorbita dalla mobilità passiva, molto più alta rispetto alle altre ASL. E nonostante questo, i tagli imposti dalla Regione sono lineari, uguali per tutti, nella misura del 2%. Un criterio che non ha alcuna logica”.

Per la Val Vibrata la situazione è ancora più critica: oltre al peso dei tagli regionali, l’ospedale subisce scelte aziendali che si traducono in carenze strutturali e di personale. Tra le principali criticità elencate dal Comitato:
• taglio della UOC di Ginecologia e Ostetricia;
• mancanza di circa 30 infermieri/Oss e 20 medici;
• ritardi sugli interventi promessi (RMN, Lungodegenza);
• assenza di progetti di adeguamento strutturale.

"Eppure – osserva il Comitato – l’Ospedale Val Vibrata ha una funzione strategica, trovandosi in un’area di confine da cui proviene gran parte della mobilità passiva, derivante dal ricorso di tanti cittadini a strutture sanitarie extra-ASL, in prevalenza verso le confinanti Marche".

Per invertire questa tendenza e ridurre i circa 60-70 milioni di euro che ogni anno escono dall’ASL verso altre regioni, il Comitato propone un piano di rilancio a 4-5 anni che punti su un asse tra gli ospedali di Sant’Omero e Giulianova, con:
• reintroduzione delle UOC di Chirurgia e Ortopedia a Giulianova e di Ostetricia-Ginecologia a Sant’Omero;
• istituzione di una UOC di Emergenza/Urgenza al Val Vibrata (Pronto Soccorso, Osservazione Breve, Medicina d’Urgenza);
• organizzazione hub/spoke tra i due ospedali per l’Endoscopia digestiva, con una di essa di tipo interventistico e operativa h 24;
• specializzazione delle due ortopedie in ambito traumatologico o artroscopia o protesico, sempre secondo un modello hub/spoke.

“Un progetto del genere – conclude il Comitato – è razionale, realizzabile, sostenibile per le casse pubbliche e soprattutto vicino ai bisogni reali dei cittadini che sempre più spesso fanno fatica ad accedere alle cure, oltre ad essere costretti sempre più a ricorrere al privato, la cui offerta, in verità, cresce continuamente. Una politica di alto profilo non potrebbe non prenderlo in considerazione”.