Nuove regole UE: verso la parità retributiva uomo /donna

Trasparenza retributiva: dal 2026 nuove regole UE per colmare il divario salariale di genere

2025-10-06T13:27:00+02:00 - La Redazione

Nuove regole UE: verso la parità retributiva uomo /donna

Trasparenza retributiva: dal 2026 nuove regole UE per colmare il divario salariale di genere
Dal giugno 2026 tutte le aziende europee dovranno adeguarsi alla nuova Direttiva UE sulla trasparenza retributiva, un passo concreto per combattere il divario salariale di genere e favorire un mercato del lavoro più equo e competitivo.

La normativa introduce per i datori di lavoro nuovi obblighi di rendicontazione salariale, trasparenza negli annunci di lavoro e chiarezza sui percorsi di carriera. Non si tratta di un mero adempimento burocratico: la trasparenza può trasformarsi in un vantaggio strategico, rafforzando la fiducia dei dipendenti, migliorando la reputazione aziendale e aiutando a trattenere i talenti.

Perché la trasparenza retributiva è necessaria

Il divario retributivo di genere resta una realtà preoccupante in tutta Europa. Secondo la Commissione Europea (2022), le donne nell’UE guadagnano in media il 13% in meno rispetto agli uomini. In termini pratici, significa che per ogni 1 euro percepito da un uomo, una donna guadagna circa 0,87 euro.
Se si traduce questo dato in giorni lavorativi, equivale a dire che le donne smettono simbolicamente di essere pagate a metà ottobre, mentre gli uomini continuano a percepire salario fino alla fine dell’anno.

In Italia, il divario retributivo medio stimato da Eurostat si attesta intorno al 10% (dato 2023), ma cresce nei settori ad alto valore aggiunto e nei ruoli dirigenziali. Le differenze sono ancora più evidenti se si considera il “divario complessivo” — che include le carriere interrotte per maternità, le minori opportunità di avanzamento e l’accesso diseguale ai premi di produttività — arrivando a sfiorare il 43% di differenza nei redditi annuali complessivi tra uomini e donne.

Dodici Paesi UE hanno istituito la Giornata per la Parità Retributiva, che segna simbolicamente il giorno in cui le donne smettono di essere pagate rispetto agli uomini. Questo dato mostra quanto il tema sia percepito come un problema sociale ed economico che necessita di risposte urgenti.

Cosa prevede la direttiva UE

La Direttiva sulla trasparenza retributiva (UE) 2023/970, approvata definitivamente il 10 maggio 2023, introduce strumenti concreti per rendere i luoghi di lavoro più equi:
• Range salariali chiari: i datori di lavoro dovranno indicare nelle offerte di lavoro il livello di retribuzione o la fascia di stipendio prevista per la posizione aperta.
• Criteri di progressione trasparenti: i dipendenti dovranno avere accesso a informazioni chiare sui percorsi di carriera, sulle modalità di promozione e sugli scatti retributivi.
• Obbligo di rendicontazione per le aziende più grandi: le imprese con più di 100 dipendenti dovranno periodicamente pubblicare dati sul divario retributivo di genere e, se emergono disparità superiori al 5% non giustificate da motivi oggettivi, saranno tenute ad adottare correttivi.
• Diritto all’informazione individuale: ogni lavoratore potrà richiedere dati sul proprio livello retributivo e su quello medio dei colleghi che svolgono mansioni comparabili.

Vantaggi per imprese e lavoratori

Non si tratta solo di un obbligo di legge: la trasparenza salariale è un investimento. Studi europei evidenziano che la chiarezza sui salari aumenta la soddisfazione dei dipendenti e riduce il turnover, creando un ambiente di lavoro più motivato e competitivo. Inoltre, le aziende che dimostrano equità retributiva rafforzano la propria brand reputation e risultano più attrattive per i talenti.

Come prepararsi fin da ora

Le imprese hanno tempo fino a giugno 2026, ma è consigliabile iniziare subito a:
• analizzare e correggere eventuali squilibri salariali interni;
• aggiornare i sistemi di gestione HR e payroll per una rendicontazione chiara e precisa;
• definire politiche trasparenti di promozione e scatti retributivi;
• formare i responsabili del personale e i manager per comunicare correttamente i nuovi criteri.

  Il quadro giuridico e le sanzioni

La Direttiva (UE) 2023/970, entrata in vigore il 6 giugno 2023, dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 7 giugno 2026. Stabilisce che:
• Art. 5 e 6: i datori di lavoro devono garantire che gli annunci di lavoro e i titoli professionali siano neutri rispetto al genere e che vengano comunicati i livelli retributivi previsti.
• Art. 9 e 10: le aziende con più di 100 dipendenti devono effettuare e pubblicare una valutazione del divario retributivo di genere.
• Art. 14 e 15: i lavoratori hanno diritto a informazioni trasparenti e ad agire legalmente in caso di discriminazione salariale.

Le sanzioni per mancato adeguamento saranno stabilite da ciascun Paese membro, ma la direttiva impone che siano effettive, proporzionate e dissuasive. Ciò potrebbe includere multe significative, la pubblicazione dei dati di inadempimento (reputational damage) e l’obbligo di risarcire i lavoratori discriminati.

Conclusione

La nuova normativa europea segna un cambio di paradigma: parità di retribuzione per pari lavoro non è solo un principio etico, ma diventa un requisito operativo.
Per le aziende è l’occasione per modernizzare processi e cultura interna, mentre per lavoratrici e lavoratori rappresenta un passo decisivo verso un mercato del lavoro più equo e meritocratico.

  Dal 2026 la trasparenza salariale sarà un diritto per i dipendenti e un dovere per i datori di lavoro: iniziare oggi a costruire equità significa essere competitivi domani.

 

AVV. Manola Di Pasquale