Mobilitazione scuola, Pd: importante risposta abruzzese

"La scuola deve tornare al centro dell’azione politica del Paese e della Regione”

2025-10-18T12:37:00+02:00 - La Redazione

Mobilitazione scuola, Pd: importante risposta abruzzese

PESCARA - “La bella risposta abruzzese alla mobilitazione di oggi rappresenta un punto di partenza importante: la scuola deve tornare al centro dell’azione politica del governo. Una nazione che vuole crescere non può prescindere dalla qualità dell’istruzione che garantisce ai propri cittadini”, così il segretario del PD Abruzzo Daniele Marinelli e Annalisa Libbi della segreteria regionale sulla mobilitazione che sta interessando tante piazze d’Italia e anche quelli abruzzesi.

“Destano perplessità le recenti modifiche alle linee guida nazionali, che appaiono più come affermazioni di principio che come vere strategie per rendere la scuola più efficace e inclusiva – affermano gli esponenti Dem -. L'istruzione non è un campo di sperimentazione ideologica, come invece sembrerebbero far pensare le dichiarazioni e le scelte del ministro Valditara e le farneticazioni della ministra Roccella, ma il cuore di una democrazia che si fonda sulla conoscenza e sulla partecipazione. La scuola forma, educa, costruisce cittadinanza. È proprio attraverso la gestione della complessità che si imparano i nessi fondanti del pensiero critico e della convivenza civile. Parcellizzare i ruoli e frammentare i percorsi rischia di destabilizzare quelle reti educative e di comunità che, nell’autonomia delle scuole e con grande impegno, si sono consolidate in questi anni. Per tutte queste ragioni invitiamo la Regione Abruzzo a non tenere oltre nel cassetto la proposta di legge di cui il PD si è fatto promotore attraverso i suoi consiglieri regionali, i giovani democratici e la conferenza delle donne Them che riguarda anche la scuola e il diritto allo studio, in una nuova ottica Impostata proprio sul valore del diritto stesso e su un’educazione che possa essere utile a formare cittadini migliori. Se davvero la scuola è importante, allora le idee che la guidano devono essere condivise e frutto di un confronto aperto. Perché non sono le rivoluzioni lessicali a migliorare l’istruzione, ma le scelte di politica economica e di investimento che le danno sostanza e prospettiva”. - ufficio stampa -