Macroaree di Teramo, Demos: nella democrazia partecipativa non sono consentiti personalismi

L'associazione chiede a D'Alberto di convocare un dibattito pubblico sull'insuccesso delle elezioni nei quartieri

2025-10-13T13:13:00+02:00 - La Redazione

Macroaree di Teramo, Demos: nella democrazia partecipativa non sono consentiti personalismi

TERAMO - Nelle scorse settimane, a seguito dell’esito negativo che ha avuto l’elezione della cosiddetta Macroarea 2 di Teramo, fra le polemiche, al fine di trovare in qualche modo delle giustificazioni all’insuccesso evidente, si è anche tentata una specie di ricostruzione storica dell’esperienza partecipativa degli ultimi lustri nella nostra Città. Vero è che tale “ricostruzione” ha avuto un carattere orchestrale: tutti hanno detto qualcosa, ma in nessuna di queste voci si è fatto riferimento al fatto incontestabile che sui temi della partecipazione popolare negli ultimi tre lustri, a Teramo e in tutta la Provincia (anche fuori Regione) l’Associazione Demos ha svolto e continua a svolgere un ruolo di approfondimento culturale e scientifico.

Essa nacque dentro l’Università di Teramo nel 2011, per iniziativa di docenti dell’allora Facoltà di Scienze Politiche (oggi dipartimento), studenti e personaggi della Società civile teramana. Questo avveniva nella scia di un impegno scientifico degli studiosi sui temi della partecipazione popolare e furono organizzati tre convegni di livello nazionale e internazionale; furono pubblicati i rispettivi atti che fanno parte tutt’ora della bibliografia e della dottrina scientifiche nei settori giuridico, filosofico e sociologico.

Contemporaneamente, sul piano della divulgazione esterna all’Ateneo, furono avviati corsi di formazione in tutti principali centri della Provincia: a Teramo, dove nel corso degli anni essi (molto partecipati) si svolsero in varie sedi; a Silvi, Giulianova, e in altri centri. Questi corsi divulgativi destarono tanto interesse da portare alla costruzione di strumenti nuovi di partecipazione popolare come i comitati di quartiere di Silvi, Giulianova, San Nicolò. In queste occasioni, l’elezione dei comitati furono occasioni di grande entusiasmo e di grande presenza dei cittadi. Parallelamente, l’Associazione Demos promuoveva altri strumenti di partecipazione come il Sondaggio deliberativo a Giulianova nel 2012; forum cittadini a Giulianova su varie materie fino a pochi anni orsono.

Fra queste esperienze, particolare importanza rivestì il sondaggio deliberativo svolto a Teramo sulla riqualificazione dell’area archeologica del Teatro romano conclusosi nell’ottobre 2021. Quest'ultima esperienza coinvolse una compagine di esperti di livello locale, nazionale ed internazionale nell’articolarsi di decine di assemblee pubbliche svolte on line, aperte a tutti anche con collegamenti all’estero (Spagna); si alternarono, offrendo il loro contributo, personaggi della cultura teramana di vari settori. Per chi volesse approfondire, tutto il percorso è disponibile sulla specifica pagina facebook.

Alla presentazione pubblica del documento conclusivo di questo percorso di studi e approfondimenti, che pure aveva avuto il patrocinio del Comune, fu presente il Sindaco Gianguido D’Alberto (che per questo ancora ringraziamo), ma non altri esponenti della Giunta (come l’Assessore all’Urbanistica), ma tant’è. Nemmeno le fantomatiche associazioni “partecipative” rimbalzate sulla stampa e sui social nelle scorse settimane. La nostra colpa fu quella di aver fatto parlare tutti, anche chi era contrario all’abbattimento dei palazzi che insistevano nell’ima cavea del Teatro. Ma in democrazia tutti devono poter esprimere liberamente il proprio pensiero, non solo, ma chi facilita i percorsi partecipativi deve avere la capacità di confrontarsi senza preconcetti e con onestà. Non v’è partecipazione in mancanza di rispetto della dignità delle persone e del loro pensiero libero. Sul capo di questa importante esperienza deliberativa ha sempre pesato un equivoco che mai abbiamo avuto modo di chiarire.

Si potrebbe andare avanti nell’esporre il curriculum dell’Associazione Demos: il Forum cittadino sulla biblioteca comunale nel Comune di Ascoli; quello sulla Casina delle Rose nel Comune di Fermo; senza parlare del decisivo contributo dato per l’approvazione a Giulianova del primo regolamento sulla partecipazione popolare nell’Italia centrale e, alcuni anni dopo, l’apporto critico nella redazione del regolamento comunale di Teramo che (pur apprezzando lo sforzo di quanti avevano attinto da altre esperienze) ci sembrava fin troppo dettagliato e farraginoso. Semplicemente avevamo sostenuto che era necessario partire dalla realtà teramana per quella che era con le sue svariate decine di associazioni di quartiere, anziché disciplinare rigidamente anche l’indisciplinabile. Questo per non rischiare l’ingessamento della partecipazione entro rigide gabbie che si sono candidate a diventare centri di potere personalistico di pochi factotum. Anche in onore alla libertà di associazione così ben prevista in poche righe nell’art. 18 della Costituzione.

Detto questo, ci limitiamo ora a sostenere che chi, nelle proprie ricostruzioni ha pensato bene di ignorare tutto questo, ne ha voluto prendere le distanze in quanto, ovviamente, in questo contesto culturale non era consentito alcun personalismo e nessun modus operandi di carattere escludente e/o improntato alla prevaricazione.

Demos propone di dare vita a un pubblico dibattito sull’insuccesso di questa tornata elettorale nelle macroaree teramane, al fine di recuperare l’esperienza partecipativa alla quale non crediamo che i cittadini possano o debbano rinunciare. Vorremmo, però, che sia l’Amministrazione comunale a promuoverlo. Da parte nostra c’è il massimo della disponibilità. Nei giorni prossimi contatteremo il Sig. Sindaco, certi che mostrerà la stessa disponibilità di quando fu partecipe alla presentazione del documento conclusivo del nostro Sondaggio deliberativo sull’area archeologica del Teatro romano. - Associazione culturale DEMOS, Circolo di Teramo -