Lutto, vola in cielo Giorgio Rumignani
Scrive Elso Serpentini: "...era una grande personalità, di quelle che lasciano il segno"
2025-12-21T11:19:00+01:00 - Walter Cori
TERAMO - Non è stato un allenatore del Teramo qualsiasi, Giorgio Rumignani, e non soltanto per quel campionato di C2 stravinto già nel girone di andata nel 1985-86, ma perchè alla città di Teramo era sempre rimasto legato, e noi a lui.
Se ne è andato all'età di 86 anni, a distanza di pochi mesi dal suo presidente Ercole De Berardis e dal suo dirigente-amico Sergio Di Federico. La prima cosa che ho fatto è stata quella di riferirlo ad Elso Simone Serpentini, memoria storica calcistica soprattutto in quei tempi, quando Quasy Goal spopolava.
Ecco cosa ci scrive: "Se n’è andato Giorgio Rumignani, e con lui si chiude per sempre una stagione della vita che non tornerà. Se n'è andato poco dopo il presidente Ercole De Berardis e Sergio Di Federico. Con Giorgio, friulano dalla scorza dura, cocciuto come un abruzzese, avevo avuto furenti ed accese discussioni, parole dure che spesso sembravano muri invalicabili. Eppure, proprio dentro quelle frizioni, nacque una profonda amicizia, autentica, fatta di rispetto e di riconoscimento reciproco. Con lui non esistevano mezze misure: era polemico, diretto, incapace di fingere. Anche dopo la fine della sua carriera continuava a trascinare quelle polemiche, rievocandole con me al telefono, come se il tempo non fosse mai davvero passato. E in quelle rievocazioni c’era tutta la sua anima. Giorgio era una grande personalità, di quelle che lasciano il segno, che dividono, ma non passano mai inosservate. Indimenticabile la sua magnifica stagione a Teramo, culminata in una promozione bellissima, costruita con carattere, fatica e coraggio. Un’impresa che racconta bene chi fosse: un uomo che non arretrava, che credeva nelle sue idee fino in fondo. Oggi resta un grande rimpianto e una grande tristezza. Non solo per l’allenatore, ma per l’uomo, per le voci al telefono, per gli scontri che erano anche un modo di volersi bene. Con la sua morte finisce una stagione che non potrà essere replicata. E fa male, perché certe stagioni, anche quando sono dure e controverse, sono quelle che ti restano dentro per sempre".
(foto da 40mila.it)