Lutto De Cecco, il cordoglio di Luciano D'Alfonso
“Con Giuseppe Adolfo De Cecco l’Abruzzo perde un illuminato’
2025-10-01T17:13:00+02:00 - Walter Cori

ROMA - Ciò che rende un imprenditore un uomo ‘illuminato’ è la sua capacità di capire senza temere l'ignoto, la flessibilità mentale e la volontà di cambiare, la sua ricerca costante della conoscenza e la sua insaziabile curiosità. Giuseppe Adolfo De Cecco ha avuto la sorte di racchiudere in sé tali virtù, che hanno costruito e forgiato la persona, dinamica, vivace, intraprendente, l’uomo di impresa lungimirante, abile e utile nel guardare oltre il ristretto orizzonte della propria visuale fisica e poi l’eterno ‘ragazzo’ che nello scorrere degli anni non ha mai visto un’occasione di riposo, quanto una opportunità di ulteriore scoperta.
L’anno che ha visto la nascita di Giuseppe De Cecco è stato caratterizzato da cambiamenti epocali in Italia e nel mondo: il 1948 è stato l’anno delle prime elezioni nel nostro Paese e dell’entrata in vigore della nostra straordinaria Costituzione; il paese era nel pieno di un processo di ricostruzione post-bellica e di avvio del miracolo economico, che avrebbe trasformato l'Italia nei decenni successivi, influenzando la società e la cultura italiana. Nel 1948 fu proclamato lo Stato di Israele, fu istituita l'Organizzazione degli Stati Americani per promuovere la cooperazione tra i paesi del continente americano ed è stato l’anno in cui l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione universale dei diritti umani, un documento fondamentale per i diritti civili, politici e di libertà in tutto il mondo.
Lo stesso fermento, lo stesso attivismo, la capacità di interpretare e di cavalcare i cambiamenti in atto, la forza di sperimentare e di trasformare, come argilla tra le mani, tutto quanto lo circondava in materia viva, hanno a loro volta lasciato l’impronta nel carattere, nel lavoro, nell’impegno, nell’ingegno di Giuseppe Adolfo De Cecco, interprete dunque del suo tempo, ma anche uomo che guardava al futuro. In tale chiave vanno letti i suoi anni alla guida di quella che è indubbiamente una delle imprese leader nella produzione della pasta e dei prodotti gastronomici a livello mondiale, poi la sua avventura intensa nello sport ai massimi livelli, prendendo una squadra di calcio, il Pescara, in uno dei suoi periodi più bui e portandola nella massima serie, la A, assicurando investimenti, progettualità e soprattutto quel sorriso scanzonato, mai irriverente, amabilmente ironico, che ha contraddistinto tutta la sua esistenza, l’immagine della caparbietà condita di una sottile leggerezza.
De Cecco ha lasciato una grande eredità, costruita con la moglie, ovvero un bagaglio fatto di conoscenza, di maturità, di consapevolezza, di know how e di presenza familiare che sono certo i figli e i nipoti sapranno custodire gelosamente e farne materia preziosa da rielaborare nella lettura quotidiana dei giorni che verranno. Alla sua grande famiglia, composta oltre che dai fratelli e dai congiunti, anche dalla grande squadra dei dipendenti, dei collaboratori, dei tifosi, vanno le mie condoglianze - Luciano D'Alfonso -