Luciano D’Alfonso: ‘'La Asl di Pescara va commissariata”

Come possono coesistere un indagato e chi gli chiede i danni? E' questo l'interrogativo

2025-10-07T17:58:00+02:00 - Walter Cori

Luciano D’Alfonso: ‘'La Asl di Pescara va commissariata”

ROMA - Come può il Direttore generale di una Asl, quella di Pescara, convivere e lavorare con un Direttore Sanitario, tra i suoi più stretti collaboratori, quando il primo è indagato e sotto processo per la gestione delle liste d’attesa dell’Azienda e il secondo si costituisce parte civile per chiedergli i danni? La cattiva gestione del Pronto soccorso ha un nome e un cognome? Da garantista quale sono credo che il tempo della giustizia farà il suo corso, ma la Asl di Pescara merita una governance equilibrata, sana, managerialmente capace che non può ritrovarsi nell’attuale sistema e clima di sospetti che si respira nell’azienda. Credo che la Asl di Pescara vada commissariata nella sua figura apicale, sulla quale la Regione Abruzzo e l’assessore delegato Verì non possono continuare a fare orecchie da mercante o, peggio, da Ponzio Pilato e men che meno a trattare la Asl come Sarni Oro.

Se la vicenda non fosse drammatica, sarebbe già stata oggetto della vena ironica di qualche amico umorista: non entro nel merito delle accuse, ma ritengo inaccettabile il perimetro entro il quale quelle accuse si sono mosse. Ci sono due direttori generali, uno già superato, anche perché divorato letteralmente dal secondo, che ha dovuto lasciare, anche per brigantaggio interno, il testimone al secondo, ancora in carica, entrambi finiti sotto la lente della magistratura per la presunta pessima gestione delle liste d’attesa di quegli utenti che cercavano di prenotare una prestazione al Cup e si sarebbero ritrovati in una pre-lista non prevista da alcun ordinamento giuridico né norma né Statuto dell’ultima pro-loco d’Abruzzo. Aperta l’inchiesta, rinvio a giudizio, udienza preliminare e qui la farsa: il Direttore sanitario che si costituisce parte civile per chiedere il risarcimento dei danni provocati dalla presunta condotta degli imputati.

La dicotomia che si è creata tra gli uffici apicali della Asl ritengo sia inaccettabile: il Direttore Sanitario dell’Azienda è formalmente e operativamente subordinato al Direttore Generale, che rappresenta il vertice amministrativo e gestionale dell’Azienda Sanitaria. Tuttavia, nel momento in cui il Direttore Sanitario si costituisce parte civile contro il suo DG, si verifica una frattura verticale all’interno della catena gerarchica dell’ente. L’ente si sdoppia, divenendo contemporaneamente accusato e accusatore; chi è gerarchicamente subordinato (il Direttore Sanitario) assume un ruolo autonomo e potenzialmente antagonista rispetto al vertice (il DG). La fiducia istituzionale viene rovesciata: colui che dovrebbe collaborare con il DG per garantire l’efficienza del servizio sanitario, ne denuncia invece un comportamento giustamente ritenuto lesivo.

Evidenti le implicazioni pratiche, ovvero la presenza di un conflitto di lealtà, la crisi nella governance aziendale e l’effetto domino sulla credibilità dell’ASL: all’esterno, l’immagine è quella di un’azienda sanitaria in guerra civile. E in questa guerra la Regione Abruzzo pensa di poter recitare il ruolo dello spettatore, mentre l’Azienda sanitaria di Pescara continua a fallire la sua mission, ovvero quella di garantire prestazioni di buona sanità in tempi rapidi, celeri, certi, senza preliste d’accompagnamento o di rassicurazione, dove le porte amministrative non siano chiuse all’ascolto di ciò che si scrive o si dice all’interno.

Alla Asl di Pescara va restituita una governance manageriale estranea, capace di lavorare sui numeri, e non sui nomi, che scelga le priorità sulla base delle necessità giuste e non delle rubriche telefoniche lasciate sulle scrivanie, e che abbia la volontà di andare a cercare e leggere le carte che la Regione Abruzzo continua ad avere in odio, preferendo esautorare e spostare Direttori di dipartimento anziché preoccuparsi di quelle che evidentemente considera frattaglie della quotidianità - Luciano D'Alfonso -