L'On. D'Alfonso sulla legge Salva Abruzzo: commissariamento graduato della sanità
Hanno perso gli abruzzesi, che dopo aver pagato i conti dell’emergenza pandemica e sismica, oggi sono chiamati a coprire anche quel buco.
2025-12-29T17:59:00+01:00 - La Redazione
ROMA - Cercava grazia il Presidente Marsilio al cospetto dei Fratelli romani, e invece dal Governo Meloni ha trovato giustizia: la legge Salva-Abruzzo rappresenta il commissariamento graduato della Sanità regionale ridotta a una fetta di groviera, piena di buchi da cui continuano a fuoriuscire risorse. E questa volta da Roma non ci saranno ulteriori trasfusioni salvifiche: finite le sacche, finiti i trasferimenti a una regione divenuta ‘canaglia’ agli occhi del Paese. ‘L’unica Regione in piano di rientro (sanitario) in cui si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio, con compromissione degli obiettivi del Piano di rientro’ si leggeva nel verbale della riunione congiunta del Tavolo Tecnico al MEF per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza-LEA che il 10 luglio scorso ha bocciato la gestione Marsilio
Ha provato il governo marsiliano a nascondere la polvere sotto il tappeto, ha tentato disperatamente di smentire, lanciando accuse di sciacallaggio, mescolando le carte, reinterpretando il lessico italiano per offrire al pubblico la propria rilettura della realtà. Poi si aspettava l’intervento salva-Marsilio garantito dall’emendamento dei Senatori Liris-Sigismondi, utile a traghettare risorse fresche sull’Abruzzo. Ma stavolta la regione ‘amica’ ma burlona e troppo allegra che ha gestito con la spensieratezza di mirandolina le casse pubbliche non è riuscita a fare breccia ed è stata rimandata al banco con un pessimo voto in pagella e il surplus di compiti da fare a casa e da riportare alla maestra alla fine delle vacanze di Natale
La verità stava scritta chiara e inequivocabile nelle 156 pagine del verbale della riunione congiunta del Tavolo Tecnico al MEF per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza-LEA che ha certificato un disavanzo chiuso nel 2024 con oltre 103milioni di euro, destinato a salire a 126milioni 800mila euro per il 2025, bloccando i conti di tutta la Regione, incapace di spendere un solo euro in più anche per comprare la carta per le fotocopie
Bocciata la politica sanitaria degli screening; bocciato il piano di rientro delle liste d’attesa; bocciata l’organizzazione della rete ospedaliera che ha generato inutili doppioni non solo fra nosocomi pubblici, ma anche tra i privati accreditati; bocciato il piano di sviluppo degli hospice-cure palliative e, di conseguenza, l’ADI. Bocciata la gestione dell’emergenza-urgenza: la Regione Abruzzo non riesce a rispettare i tempi massimi per nessuno dei codici di maggiore gravità, mettendo a rischio la vita dei pazienti. Interrogata la funzionalità di alcuni punti nascita, dove scendono i parti, così come dei reparti di emodinamica.
Ha provato il Governatore Marsilio, puntando sulla spiccata romanità del ‘volemose bene’, a mescolare le carte, a confondere le acque, ha dimostrato affanno nei viaggi romani, per ‘difendere l’Abruzzo’ ha raccontato lui, in realtà per cercare di mascherare una gestione affaticata dalla disattenzione amministrativa, interessata più ai cambi di poltrona dirigenziale che ai contenuti degli atti da firmare. Ha chiesto una deroga all’accantonamento del debito. Ma questa volta le pacche sulle spalle non sono state sufficienti: non arriveranno nuovi finanziamenti, l’Abruzzo non ha più opportunità di spesa, entro fine gennaio dovrà essere consegnato a Roma un rigoroso e rigido piano di rientro del debito, aprendo la strada al commissariamento graduato accompagnato dall’ennesima batosta fiscale.
Hanno perso gli abruzzesi, che dopo aver pagato i conti dell’emergenza pandemica e sismica, oggi sono chiamati a coprire anche quel buco. Hanno perso gli abruzzesi residenti in una ‘Regione canaglia’, colpevoli di ‘curarsi troppo’ spendendo risorse pubbliche, eppure sono gli stessi che per fare una Tac, un’ecografia, una risonanza magnetica, devono aspettare due anni
Credo che la giornata odierna segni l’inizio di un’agonia amministrativa fatta di bilanci ingessati, incapacità di programmazione, esigenze emergenziali crescenti e un governo regionale arroccato sulla propria torre in difesa di se stessa e delle proprie mance.