Lavoro sommerso, scoperto un lavoratore clandestino: c'erano anche 10 posizioni in nero
La Guardia di Finanza ha eseguito una serie di controlli nei confronti di diverse attività commerciali, in particolare del settore della ristorazione, dei bar e degli autolavaggi
2025-10-02T13:52:00+02:00 - La Redazione

CHIETI - Al termine di una campagna estiva di prevenzione del fenomeno del sommerso da lavoro, il Comando Provinciale Chieti ha eseguito una serie di controlli nei confronti di diverse attività commerciali, in particolare del settore della ristorazione, dei bar e degli autolavaggi.
In cinque casi, il Gruppo Chieti - coordinato dal Ten. Col. Vito Casarella - ha accertato l’impiego di manodopera in nero, avviando, di conseguenza, la procedura per l’irrogazione della “maxi-sanzione” prevista da 1.950 a 11.700 euro per ciascun lavoratore occupato irregolarmente.
Per quattro attività, inoltre, è stato richiesto all'Ispettorato Territoriale del Lavoro il provvedimento di sospensione dell’esercizio per aver impiegato manodopera irregolare in misura superiore al 10% del totale dei lavoratori assunti.
In uno di questi contesti, è stato identificato, inoltre, un lavoratore clandestino, nei confronti del quale, si è data esecuzione al decreto di espulsione dal territorio dello Stato e il titolare della ditta è stato deferito all’A.G. teatina per il reato di assunzione di lavoratori stranieri privi di regolare permesso di soggiorno.
I finanzieri, nella trasversalità del servizio, hanno inoltre riscontrato, in più ambiti, varie irregolarità sulle comunicazioni presentate agli organi competenti (SCIA, agibilità, autorizzazioni sanitarie) e, in un paio di casi, sono state constatate due infrazioni dell’obbligo di emissione di scontrini fiscali.
Le Fiamme Gialle evidenziano come il lavoro nero - essendo orientato alla riduzione dei costi di “struttura” (fiscali, organizzativi e del lavoro) - arrechi danni all’intero sistema economico nazionale, in quanto sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sottopagati, pregiudica gli equilibri economici e finanziari del Paese, compromettendo la leale e sana competizione tra le imprese.