Il "Premio di Saggistica Città delle Rose" calpestato dall'amministrazione
Per FI Roseto l'evento da fiore all'occhiello della città a fiore dimenticato e svilito
2025-09-24T08:00:00+00:00 - La Redazione

ROSETO DEGLI ABRUZZI - Il prossimo 27 settembre, si svolgerà a Roseto, la 23° edizione del Premio di Saggistica Città delle Rose. Se c’era un evento che davvero rendeva orgogliosa questa città, era proprio il nostro premio di Saggistica, definito da Paolo Mieli nel 2014, in mia presenza: “IL premio di saggistica in Italia”. Non un premio, ma IL premio.
Eppure, questa amministrazione ha trovato il modo di svilire, mortificare e depotenziare un evento che ha portato a Roseto nomi di spicco della cultura italiana e internazionale, e che è sempre stato motivo di vanto e di sana invidia da parte di altre realtà provinciali e regionali. Complimenti! Ci voleva davvero ingegno per ridurre un gioiello culturale a un oggetto dimenticato sul fondo del cassetto.
Un tempo, insieme a Opera Prima e alla Mostra dei Vini di Montepagano, il Premio di Saggistica era parte della nostra “dote culturale”, quei tre gioielli che da assessore alla Cultura ho ostinatamente difeso e migliorato. Oggi, invece, viene affiancato – o meglio, oscurato – dal “nuovissimo” Frammenti Book Festival - già alla 4° edizione. Una creatura partorita dall’attuale amministrazione, che assorbe 14.000 euro di fondi pubblici, a fronte dei 13.000 destinati al Premio di Saggistica (come da delibera 290 del 10.09.25).
Se il premio storico, di rilievo nazionale, richiamava attenzione e prestigio con nomi di calibro, il “nuovo evento” non interessa nemmeno i media locali; sarebbe stato più logico puntare su ciò che già funzionava e valorizzarlo. Ma qui la logica non abita più. Anzi, pare che si siano trasferite soltanto la leggerezza e la disinvoltura nel gestire il denaro pubblico: 450.000 euro circa - finora - di spese per eventi e manifestazioni, comprese quelle storiche che, però, paradossalmente, hanno perso smalto e non attraggono più né turisti né cittadini dei paesi limitrofi. Una formula vincente.
E dire che durante il mio mandato – per tenere in ordine i conti – ho dovuto persino rinunciare a premiare un autore straniero, nell’ambito del premio Città delle Rose perché, quando i soldi sono dei cittadini, ogni euro pesa. Oggi, invece, si buttano allegramente in fuochi d’artificio culturali che si spengono senza lasciare traccia, sottolineo, senza lasciare traccia.
Il Book Festival non aggiunge nulla al Premio Città delle Rose: è solo parallelo i cui costi, però, non portano il ritorno auspicato in termini di coinvolgimento culturale. Ma intanto, il danno è fatto: si è scientemente deciso di relegare il Premio di Saggistica ai margini, togliendolo persino dal calendario delle celebrazioni legate al compleanno della città, isolandolo a fine settembre, riducendone i fondi e condannandolo pian piano all’oblio.
Un capolavoro di strategia culturale: declassare ciò che ha reso grande il nome della città per inventarsi un clone, che costa più dell’originale. Se l’obiettivo era quello di svalutare e far sparire il Premio di Saggistica, la missione è compiuta . Forse sarebbe stato più saggio – ma evidentemente la saggezza non abita in questo Comune – rafforzare ciò che già brillava, invece di accendere luminarie destinate a spegnersi.
E allora, cara amministrazione, Vi resta il merito di averci regalato una nuova lezione di saggistica… sul tema: “Come svalutare un patrimonio culturale in poche mosse”. E la città perde ancora. Amen. - Forza Italia, Coordinamento Roseto degli Abruzzi -
(Foto d'archivio a margine)