Cronaca

Gaza, Casa del Popolo Teramo: si rompa il gemellaggio con Rishon Le Zion

19/09/2025 - La Redazione

TERAMO - Le immagini che giungono da Gaza City, stavolta, hanno costretto tutti a guardare  lo spettacolo insopportabile dei palazzi sbriciolati, dei quartieri rasi al suolo, dell’esodo di migliaia di famiglie in fuga,  con in braccio pochi brandelli di vita compressi e trascinati su mezzi di fortuna. Immagini dolorose che hanno lacerato le nostre coscienze e squarciato il velo di comodo dietro cui ci siamo finora protetti. Perché in quella marcia forzata verso sud, in quei corpi ridotti alla nuda sopravvivenza, si riflette, come in uno specchio crudele, il prezzo che l’Occidente ha imposto ad altre terre e altri popoli, il costo non più occultabile del nostro sistema capitalista, il tributo di sangue che esige la nostra quotidiana e rassicurante vita borghese.

È giunto il tempo di smettere di fingere che questo genocidio non ci riguardi direttamente, e che non passi dalle scelte economiche e politiche che accettiamo ogni giorno. È giunto il tempo che ciascuno raccolga la propria parte di responsabilità.

Non dimentichiamo che lo scorso gennaio Teramo fu blindata per accogliere, l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled, mentre migliaia di bambini palestinesi uccisi, ospedali rasi al suolo e giornalisti assassinati segnavano con chiarezza la misura del genocidio in corso. Chi denunciò quella presenza infame, affermando che non si poteva accogliere nella nostra città l’emissario di uno stato illegittimo e terrorista, fu bollato come antisemita. Fin da subito fu necessario per noi  posizionarci dalla parte giusta della storia, ribadendo che non c’è mai stato e non ci sarà mai spazio per i fascisti né per i sionisti in questa città, perché come non esistono fascisti buoni, non esistono sionisti buoni, e la favola tossica del “sionismo buono” è il veleno che ha anestetizzato ogni critica politica e ci ha condotti dritti alle macerie e ai cadaveri che oggi scorrono sui nostri schermi.

Dopo oltre 70000 morti e quasi due anni di assedio, la giunta comunale ha finalmente trovato il coraggio di balbettare la parola “genocidio”. Lo prendiamo come riflesso tardivo di una coscienza civile ridestata solo quando l’evidenza è ormai innegabile e un popolo intero quasi spazzato via. Temiamo, e non senza ragione, che queste lacrime di coccodrillo si riducano a riti ipocriti buoni solo a salvare la faccia, senza intaccare in nulla le complicità accumulate negli anni.

Oggi siamo noi a esigere, senza rinvii né diversivi, scelte politiche coerenti: ROMPERE SUBITO IL GEMELLAGGIO con la città israeliana di Rishon Le Zion, che campeggia sui cartelli all’ingresso di Teramo, come minima e basilare prova di coscienza umana, come segnale che non state compiendo l’ennesimo tentativo di lavarvi le mani sporche dopo anni di servilismo. Da questo gesto deve nascere una dichiarazione pubblica di incompatibilità politica con il sionismo, che neutralizzi ogni meccanismo di normalizzazione ed elimini ogni pretesto che consenta ancora di tessere rapporti con chi sostiene o beneficia di un apparato coloniale e militare che massacra il popolo palestinese.

E non meno necessario della rottura del gemellaggio è il ricorso a un’altra arma che resta nelle nostre mani: IL BOICOTTAGGIO, una pratica concreta di resistenza che lo stesso popolo palestinese ci ha insegnato e che toglie ossigeno a un’economia che prospera sull’apartheid e sulla pulizia etnica. Pretendiamo quindi che il Comune di Teramo recida ogni contratto con aziende israeliane, a partire dalle forniture farmaceutiche delle farmacie comunali, per non continuare ad alimentare con il nostro denaro pubblico il profitto di chi specula sul genocidio.

La vostra coscienza, è già irrimediabilmente sporca. Teramo resterà marchiata da questa complicità finché non spezzerà, una volta per tutte, il legame con Israele. Il genocidio, che ora finalmente vedete, parte anche da qui.  Da che parte starete ora?

Appuntamento sabato 20 settembre ore 17:30 Corso San Giorgio - Rompere il gemellaggio con la città israeliana di Rishon Le Zion - Casa del Popolo Teramo -