FOTO | 62 anni dal disastro del Vajont: memoria e legami con l’Abruzzo
Le storie, i protagonisti e i patti d'amicizia che, nel tempo, hanno unito Longarone, L'Aquila e Teramo in una memoria condivisa
2025-10-09T09:49:00+02:00 - La Redazione

LONGARONE - Il 9 ottobre 1963 un’enorme frana si staccò dal Monte Toc riversandosi nel bacino artificiale del Vajont: l’onda di piena che ne derivò cancellò in pochi minuti alcune case di Casso, diverse frazioni di Erto, Longarone e altri paesi della valle, provocando quasi duemila vittime. Sessantadue anni dopo, quella tragedia continua a rappresentare non solo una ferita aperta, ma anche un terreno di memoria condivisa che unisce comunità diverse, tra cui l’Abruzzo.
Il legame risale già alla fase di costruzione della diga, quando decine di operai provenienti da Lettomanoppello, soprannominati “acrobati delle dighe”, furono protagonisti di un lavoro durissimo e pericoloso. Tra loro anche Antonio Nicolai, che perse la vita durante i lavori.
L’Abruzzo è legato al Vajont anche dal ricordo di chi visse in prima persona le ore immediatamente successive al disastro. Tra questi, il tenente degli Alpini Vittorio Valentini, originario di Francavilla al Mare, che fu tra i soccorritori arrivati a Longarone la mattina del 10 ottobre 1963. Il legame si rafforzò ulteriormente dopo la tragedia. I primi due gradi del processo penale per accertare le responsabilità si svolsero infatti, per legittima suspicione, presso il Tribunale de L’Aquila, dove gli atti rimasero custoditi fino al terremoto del 2009. Nel 2011, lo stesso capoluogo abruzzese ha sottoscritto un patto d’amicizia con Longarone.
La provincia di Teramo è anch’essa legata da vicino a queste vicende grazie alla figura del Giudice Istruttore Mario Fabbri, che guidò le indagini: marchigiano d’origine, nella seconda metà degli anni Cinquanta aveva prestato servizio come cancelliere nella Pretura di Nereto. Un impegno per la memoria che ha trovato nuova linfa nel tempo. Nel 2005, in occasione del Festival del Cinema Naturalistico ed Ambientale, Teramo ospitò una mostra fotografica dedicata al Vajont, organizzata con il contributo della Pro Loco di Longarone e alla presenza di rappresentanti istituzionali dei due Comuni.
Nel maggio 2025, questo rapporto si è ulteriormente consolidato con la firma di un patto d’amicizia tra il Comune di Teramo e Longarone, frutto anche dell’instancabile lavoro del teramano Andrea Di Antonio, che da anni si dedica alla valorizzazione della memoria storica del Vajont e al legame con l’Abruzzo.
Tra le sue iniziative più recenti figurano il volume “La notte più buia della valle”, presentato nell’ottobre 2023 anche a Longarone, e il progetto multimediale “Voce del Vajont”, che raccoglie testimonianze e materiali d’archivio. Nel settembre 2024, Di Antonio ha partecipato alla XIX edizione de “I Percorsi della Memoria”, portando con sé una bandiera con i colori dell’Abruzzo e la scritta “Abruzzo presente” e donando al Comune di Longarone una medaglia commemorativa.
Quest’ultima è stata esposta nella Sala Popoli d'Europa lo scorso 8 ottobre, durante la cerimonia di rinnovo dei patti di amicizia e gemellaggi con il Comune di Longarone. Un’iniziativa voluta ed organizzata dalla prof.ssa Piera Del Vesco, consigliera delegata in materia di gemellaggi e patti d’amicizia, dal forte valore simbolico e comunitario.
A sessantadue anni di distanza, il disastro del Vajont resta una ferita aperta ma anche un monito e un patrimonio di memoria condivisa. Un ricordo che, attraverso questi gesti e legami, continua a unire i territori colpiti dal disastro e l’Abruzzo in un patto di solidarietà e responsabilità verso il futuro.