Fare l’infermiere non è resistenza. È come essere ogni giorno al fronte

L’Osservatorio del Sindacato Nursing Up raccoglie le testimonianze delle professioniste stremate dal sistema sanitario

2025-11-03T16:02:00+01:00 - La Redazione

Fare l’infermiere non è resistenza. È come essere ogni giorno al fronte

ROMA – «Fare l’infermiere non è vocazione, è resistenza. È come essere ogni giorno al fronte, dove il teatro delle nostre battaglie è la corsia di un ospedale».
Con queste parole comincia la confessione di Laura, infermiera che attraverso l’Osservatorio del Sindacato Nursing Up trasforma la propria esperienza personale in un grido collettivo.
Un racconto che non parla solo di lei, ma di migliaia di donne italiane, professioniste qualificate ma stremate da un sistema che le vuole invisibili per le istituzioni, ma naturalmente sempre presenti per i pazienti.

«Resistiamo come su una nave alla deriva – scrive Laura – combattendo contro turni infiniti, ferie negate e burocrazia che ci soffoca.
La professione infermieristica non è vocazione, è competenza, è dignità. Ma spesso sembra di vivere in apnea».

Le parole di Laura rappresentano il dolore di un’intera categoria, il disagio di professioniste costrette a lavorare oltre cinquanta ore settimanali, con contratti spesso precari e scarsi riconoscimenti.
L’Osservatorio Nursing Up, già operativo come strumento di ascolto e monitoraggio, ha raccolto decine di testimonianze analoghe.
Secondo i dati OMS Europa, 1 infermiere su 3 mostra sintomi di ansia o depressione, 1 su 10 ha avuto pensieri suicidari.
In Italia, i dati INAIL segnalano oltre 14.000 casi annui di disturbi da stress lavoro-correlato, in crescita del 42% nell’ultimo anno.

Per il presidente Antonio De Palma, «la salute mentale degli infermieri non è più una questione privata, ma una priorità di sanità pubblica.
Non si può curare senza essere curati, non si può ascoltare senza essere ascoltati».

Il Nursing Up ribadisce la necessità di rendere prioritaria la tutela psicologica del personale sanitario, attivando percorsi di supporto e riconoscimenti economici che restituiscano dignità a chi cura.
«Basta con la favola del cuore grande – scrive ancora Laura – parliamo di diritti, non di sacrifici».
L’Osservatorio Nursing Up continuerà a dare voce a chi, ogni giorno, resiste in silenzio, tenendo accesa una luce che nessuno può più spegnere.