Eccellenza, Sant & Buonocore... una storia d’amore lunga quasi vent’anni

Il tecnico ischitano è tornato in Val Vibrata dopo 19 anni vincendo subito la Promozione

2025-10-14T15:51:00+02:00 - Walter Cori

Eccellenza, Sant & Buonocore... una storia d’amore lunga quasi vent’anni

di Stefano Vecellio

TERAMO - Tanti successi collezionati tra dilettanti e professionisti ed una Coppa Uefa vinta da calciatore del Napoli a fine anni Ottanta. È il palmares vincente di Enrico Buonocore, tecnico della neopromossa più blasonata di questa Eccellenza: la Santegidiese. Lui, ischitano doc, che aveva già vestito la maglia della Sant 19 anni fa, è tornato sulla panchina vibratiana nella scorsa stagione in Promozione, vincendo i playoff e riportando i giallorossi in una categoria più degna al blasone. 

Mister, quanto le manca il mare a Sant’Egidio? 

  • Tanto, per noi ischitani il mare è tutto. Ma qui in città si sta bene, mi ero integrato già da calciatore, poi il lavoro mi aiuta a non sentire troppo la mancanza dell’isola. 

Che ambiente ha ritrovato?

  • Lo stesso di quando giocavo 19 anni fa. L’unica differenza è che adesso i figli dei dirigenti sono cresciuti, noi invecchiamo, quindi è peggio! 

Ma più si invecchia più si migliora, come il vino. Infatti, da quando ha preso questa squadra, l’ha portata dalla zona playout a vincere i playoff di Promozione e a giocarsi un’ Eccellenza da protagonista. 

  • A novembre scorso avevo dato le dimissioni all’Ischia e poi a fine gennaio mi hanno chiamato i vecchi dirigenti di quando ero giocatore qui, alla Santegidiese, per sposare il loro progetto. Non ci ho pensato due volte, non potevo dire di no a degli amici e sono tornato per cercare di dare loro una mano. 

Più di una mano, a guardare i risultati…

  • Tornare in Eccellenza è stato un traguardo importantissimo. L’anno scorso sono stati fatti degli investimenti importanti, non vincere i playoff sarebbe stato un dramma calcistico per noi. 

Riavvolgendo il nastro, quale ricordo si porta di quella cavalcata?

  • Mah, non c’è un ricordo preciso. Abbiamo avuto delle difficoltà, la squadra era stata costruita da un altro (Bruno Cerasi - ndr -), faticava ad essere concreta. All’inizio ho provato qualche aggiustamento tattico diverso, ma nonostante vincevamo non convincevamo. Poi con il cambio di modulo siamo migliorati e alla fine siamo riusciti a centrare l’obiettivo. 

Quest’anno invece ha allestito la rosa a sua immagine, grazie anche al lavoro del ds Lubrano, che conosce benissimo: il vostro è ormai un sodalizio consolidato

  • Lavoro con Mario da 4 anni. A Ischia abbiamo vissuto bei momenti insieme, abbiamo vinto l’Eccellenza campana nell’anno del centenario della società, l’anno dopo abbiamo disputato i playoff. Con lui ho una grande sintonia, lo stimo molto come professionista. E poi ormai mi conosce, sa quello che cerco e sa come costruire una squadra adatta al mio stile di gioco. Quest’anno la squadra è forte, stiamo avendo qualche difficoltà in casa, dove ancora ci manca la vittoria, ma su alcuni episodi siamo stati sfortunati. Nelle ultime settimane però ho visto una crescita, non solo a livello tattico ma soprattutto nello spirito. Abbiamo alzato il livello nella voglia, nella determinazione, nel vincere i duelli. Questi per me sono aspetti fondamentali, poi oltre a questo ci vuole anche la qualità e qui ce n’è molta, i ragazzi sono tutti bravi, allenarli è molto facile. Mi auguro che l’asticella si alzi ogni giorno di più. 

Peccato che forse il giocatore con più qualità che avevate si sia dovuto fermare…

  • Marco Donatangelo è stato il primo calciatore che ho chiamato quest’estate, in campo era il nostro faro, il nostro punto fermo. Purtroppo è stato costretto a fermarsi per un problema personale, per lui è stato difficile accettarlo a livello psicologico. Fermarsi così all’improvviso, dopo tanti anni di attività, è dura. Ma la società è stata bravissima a gestire la situazione, lo ha tenuto con noi in una nuova veste. Marco è il nostro jolly, aiuta me e il direttore Lubrano in tante scelte, è un ragazzo fantastico ed è fondamentale per il gruppo anche fuori dal campo. Mi dispiace molto per quello che gli è successo, mi auguro che possa risolvere questo problema al più presto e ritornare a giocare.

Calendario alla mano, dopo l’ottima vittoria di domenica contro la capolista Bacigalupo, domani avrete l’impegno casalingo con il San Salvo, una sfida importante in ottica playoff

  • Tutte le sfide sono importanti, dobbiamo giocare ogni partita come se fosse l’ultima. Il nostro obiettivo è vincere più gare possibili per rimanere in alto, l’importante è non cambiare atteggiamento. Domenica contro la Bacigalupo abbiamo fatto un’ottima prestazione, forse la migliore finora, sia dal punto di vista tattico sia da quello della fame, della voglia di portare a casa il risultato. Adesso dobbiamo dare continuità a questa bella reazione anche contro il San Salvo. 

Il calcio non è una scienza esatta, ma dopo aver vinto quattro Eccellenze, tre da calciatore e una da allenatore, esiste secondo lei una ricetta per il successo in questa categoria?

  • Avere giocatori forti, una società solida e avere la voglia di vincere. Qui alla Santegidiese abbiamo tutto per fare bene: società, pubblico, organico e fame. L’importante è che tutte queste componenti siano in equilibrio tra loro. Abbiamo un gruppo forte, sano, con tanti giocatori che hanno già vinto questa categoria. Come allenatore questo mi aiuta molto, ma bisogna trovare il giusto equilibrio e far sentire tutto il gruppo squadra parte integrante del progetto, dal titolare alla riserva, perché tutti gli ingredienti sono preziosi per una ricetta vincente.