Eccellenza, Mosciano deve espugnare il "Rodi"

Di Fabio innamorato della piazza: "Vorrei chiudere qui la mia carriera"

2025-11-18T17:13:00+01:00 - Walter Cori

Eccellenza, Mosciano deve espugnare il "Rodi"

TERAMO - Dopo anni in giro per la Penisola, ha scelto di restare a Mosciano, tra mare e montagna, per inseguire un sogno da regalare alla sua gente.

Guido Di Fabio, per 23 anni portabandiera dell’Abruzzo nel mondo del calcio nostrano, si sente orami a casa seduto sulla panchina del Mario Rodi, dove in 4 anni ha portato i giallorossi dall’Inferno al Paradiso, dal rischio retrocessione in Prima Categoria ai playoff per la Serie D. Una strada lunga, tortuosa, che non è ancora finita. Intanto, chilometro dopo chilometro, sta scrivendo pagine importanti nel suo diario di bordo. 

Mister, dopo un ottimo avvio stavate vivendo un periodo un po’ di buio, con 3 sconfitte consecutive tra campionato e coppa. Poi, domenica, avete riacceso la lampadina, vincendo un match difficilissimo contro la Santegidiese, capolista del torneo. 

  • Domenica abbiamo fatto un’impresa contro la squadra secondo me più forte del campionato. Noi siamo stati bravi a chiudere qualsiasi loro iniziativa e in ripartenza abbiamo avuto tante occasioni per fargli male. In queste ultime settimane si era rotto qualche equilibrio: le sconfitte, gli infortuni, la partenza di Massa per la Kings League, ci avevano un po’ destabilizzato. I ragazzi però non hanno mai mollato, si sono sempre allenati al massimo e per questo ero convinto che avremmo reagito subito con una prestazione importante

Un altro successo in esterna, che evidenzia il solito rendimento a due facce: brillante in trasferta, più complicato in casa. Da cosa dipende questo gap?

  • Le prestazioni ci sono sempre state, poi è normale che quando giochi in casa trovi squadre più chiuse. Solo il Lanciano è venuto a giocarsela a viso aperto, ma a volte basta un episodio, come l’espulsione del nostro portiere, a compromettere la gara. È vero anche che gli infortuni non ci hanno aiutato, siamo stati costretti a schierare quasi sempre gli stessi uomini e giustamente abbiamo pagato un po’ di stanchezza. Ora che stiamo recuperando qualche pedina, possiamo fare più rotazioni che ci aiutano a far riposare alcuni giocatori importanti. Domenica, per esempio, abbiamo potuto far recuperare Bruni con il rientro di Africani: Mattia è entrato così con più lucidità e ha segnato un gol decisivo. Abbiamo tutte le carte in regola per invertire la rotta già da domenica.

Domenica infatti ospiterete il Penne per provare a rompere il tabù del Rodi. Che tipo di partita vi attendete?

  • Anche se il Penne vive una classifica diversa dalla nostra, in questo campionato non è scontato vincere contro nessuno. Noi dobbiamo essere pazienti e insistere sui nostri principi. La cosa più importante è credere sempre in quello che facciamo. 

Visti gli infortuni che hanno minato la profondità della rosa, si aspetta ancora qualcosa dal mercato?

  • Voglio solo recuperare gli infortunati. La rosa è ben costruita e quando li avremo tutti non ci mancherà nulla. Poi vedremo se cambieremo idea più avanti, ma al momento sono contento così

Dopo tanto girovagare, ha scelto di restare a Mosciano nonostante le tante offerte ricevute. Perché?

  • Credo che qui non manchi niente: c’è una società seria, fatta di persone competenti, che ha sempre rispettato gli impegni, investe per la crescita della squadra ed è sempre stata vicina a me e al mio staff. Per un allenatore lavorare in questa maniera è gratificante, ho tutto ciò che mi serve a disposizione. Più di questo non posso chiedere, ci sono tutte le condizioni per fare bene, dobbiamo continuare a migliorarci e sono convinto che tutti insieme lotteremo fino alla fine per regalare un sogno a questa città. 

Qual è questo sogno, l’obiettivo finale della stagione?

  • Come ho sempre detto sono i playoff, che purtroppo l’anno scorso abbiamo raggiunto ma non siamo riusciti a giocare. Il percorso è ancora lungo, ma siamo in linea coi programmi che ci eravamo prefissati. Se continuiamo così, riusciremo a conquistare questo traguardo. 

Dalle sue parole traspare molto trasporto e amore verso questi colori, lo stesso che noto nel suo rapporto con la tifoseria, una cosa rara nel calcio moderno. 

  • Da quando sono arrivato a Mosciano i tifosi sono cresciuti con noi. Magari prima vedevo un certo distacco con la società, adesso invece sposano i nostri programmi, sono dentro la nostra visione. Questa gente è meravigliosa, ci sostiene sempre con calore e umanità. Domenica è arrivata al campo prima della partenza per incitarci, al ritorno ci ha aspettato la sera in città per festeggiare insieme. Personalmente con loro vivo un bel rapporto, sono persone che incontro quotidianamente per strada, ci sono sempre vicini. Anche i risultati e l’impegno che mettiamo sul campo ovviamente hanno creato rispetto e una grande stima reciproca da ambo le parti. 

Dopo 23 anni da calciatore, è arrivato a quasi 20 da tecnico. Tra i tanti allenatori che ha avuto, a chi si ispira di più da quando ha indossato questa nuova veste?

  • Ho fatto una carriera lunghissima, ho avuto tanti maestri, da Zeman a Baldini, da ognuno ho cercato di prendere qualcosa. Forse però Ivo Iaconi e Pagliari, che ho avuto negli ultimi anni di carriera, sono quelli da cui ho tratto di più e ai quali mi ispiro maggiormente come modello

Di questi anni moscianesi, qual è il ricordo più bello che le viene in mente?

  • Non è facile, ci sono stati tanti bei momenti, come la vittoria del campionato di Promozione due anni fa. Certo, però, dopo i successi non dimentico mai da dove siamo partiti. Ricordo quando arrivai il primo anno a campionato in corso: eravamo penultimi in classifica, il clima nello spogliatoio non era ideale, la società era in difficoltà, giocavamo nel vecchio campo. Nonostante tutto, siamo riusciti a riemergere e a sfiorare i playoff. Quei sei mesi sono stati difficili, ma sono stati anche l’inizio di una costruzione che ci ha portato oggi fin qui. Ricordare quei momenti bui ci fa rimanere sempre umili e coi piedi per terra. 

È prematuro parlarne adesso, ma un girono si vedrebbe lontano da Mosciano?

  • Nel calcio non si sa mai, alla fine contano sempre i risultati. Tra me e la società c’è stima reciproca e finché vorrà credere in me io ci sarò. Sinceramente, se si creasse l’opportunità, il mio desiderio sarebbe quello di chiudere la carriera qui. Vorrei regalare alla società, alla piazza, ai tifosi moscianesi qualcosa di importante, perché se lo meritano.