Diverbio tra Landini e Meloni, la CPO abruzzese solidarizza con la premier
Pestilli e Ortolano: "Condanniamo gli stereotipi di genere"
2025-10-17T12:04:00+02:00 - La Redazione

L'AQUILA - “Esprimiamo la nostra solidarietà a Giorgia Meloni e condanniamo fermamente l’uso di un linguaggio offensivo e inaccettabile nei confronti delle donne”. Così Rosa Pestilli, interviene in qualità di presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo, sull’appellativo che Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha utilizzato per definire, nel corso di un confronto televisivo, la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni “cortigiana di Trump”, spiegando poi che il suo, “era un giudizio politico e non personale”.
“È fondamentale promuovere un dibattito politico rispettoso e costruttivo, evitando insulti e offese personali. Le donne meritano rispetto e dignità in ogni contesto”, sottolinea Pestilli richiamando “ad una responsabilità collettiva che deve segnare il linguaggio nel dibattito pubblico che, pur nelle diverse posizioni politiche, non può non garantire il rispetto delle donne e delle istituzioni che rappresentano”.
Sull’episodio è intervenuto anche il commissario della CPO, Alessandro Ortolano, vicepresidente della sottocommissione sociosanitaria. “Nel contesto attuale nel quale le donne lottano ancora per essere giudicate sui meriti professionali e non sul genere – commenta - utilizzare quel termine, che offende ed umilia una donna e figura istituzionale del nostro Paese, rappresenta un passo indietro pericoloso. Come componente maschile della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo, mi trovo costretto a esprimere una profonda preoccupazione e una ferma condanna per le recenti dichiarazioni espresse nei confronti del presidente Giorgia Meloni. È un retaggio culturale che perpetua stereotipi tossici, ed è quindi inaccettabile. Pertanto mi sento in dovere di sottolineare che è soprattutto compito di noi uomini, denunciare questi meccanismi, così da smantellarli”.
“La verità è che c’è ancora tantissimo da fare e su cui lavorare per modificare un retaggio culturale che cambi il tenore del linguaggio pubblico in generale - prosegue infine Pestilli - perché tutti intervengono sul caso singolo nel momento in cui accade, ma il problema è radicato nella nostra società, richiamerei quindi l’attenzione sull’impegno all’utilizzo di un nuovo e più corretto linguaggio verbale in ogni contesto pubblico e privato”. (ACRA)