Direzione regionale Pd: Abruzzo a un bivio tra rilancio e declino
Marinelli e Paolucci: la destra senza idee ha fallito, il Pd Abruzzo costruisce l’alternativa
2025-12-19T10:42:00+01:00 - La Redazione
PESCARA - Nel pomeriggio di ieri, nella sala Enrico Berlinguer di via Lungo Aterno a Pescara, si è svolta la Direzione regionale del Partito Democratico abruzzese, alla quale hanno partecipato dirigenti, amministratori e rappresentanti dei territori. È stato un confronto concreto e utile, che ha messo al centro la fase politica nazionale e regionale e le scelte che attendono l’Abruzzo nei prossimi mesi.
“Abbiamo discusso del quadro regionale a partire dalle criticità evidenziate anche in un DEFR privo di idee e di visione, che non dice nulla su come affrontare le grandi sfide che riguardano il futuro dell'Abruzzo: una regione che cresce meno di quanto potrebbe, con forti divari territoriali, diseguaglianze crescenti, lavoro sempre più povero, sanità in affanno e servizi pubblici che vanno rafforzati – riferisce il segretario regionale Daniele Marinelli –. Nei prossimi giorni assisteremo alla discussione sul bilancio regionale, che certificherà i fallimenti della destra. Il 2026 sarà l'anno dell'aumento dell'Irpef regionale, degli accantonamenti per il disavanzo sanitario e dei tagli, con buona pace dei tanti problemi che attanagliano la regione. L'Abruzzo ha una serie di gravi fratture da affrontare: dal tema demografico a quello economico e produttivo, passando per le diseguaglianze che aumentano e i servizi pubblici che crollano. Servirebbe una politica capace di coniugare sviluppo economico e giustizia sociale, mentre l'Abruzzo, dopo sette anni di cura Marsilio, non conosce né l'uno né l'altra. Le risorse andrebbero investite selezionando le priorità, mentre in questi anni abbiamo conosciuto solo scelte clientelari e corporative. Marsilio ha scelto dove spendere i soldi degli abruzzesi: Napoli Calcio, Giro d’Italia, Notte dei Serpenti. Le nostre priorità si chiamano sanità, lavoro, istruzione, trasporti, infrastrutture, diritti. Se questo è il quadro il Partito Democratico deve guidare la costruzione dell’alternativa. Serve un’altra idea dell’Abruzzo, capace di rilanciare la regione rimettendola sui binari dell’equità e dello sviluppo. Non basta limitarsi a qualche ricetta estemporanea o alla pur necessaria denuncia dei fallimenti della destra: serve un approccio di riformismo radicale, con idee chiare e coraggiose. A questo servirà il Congresso delle idee: rilanciare una piattaforma programmatica costruita dal basso, attraverso la mobilitazione della comunità politica del PD sui territori, il contributo degli amministratori, delle donne democratiche, dei Giovani Democratici e il confronto con le parti sociali. L’obiettivo finale – conclude il segretario regionale – è dotare il PD e il centrosinistra di un programma credibile e riconoscibile, in grado di vincere le prossime elezioni regionali e governare bene una Regione che avrà bisogno di curare le ferite che la destra sta infliggendo in questi anni. Da questa Direzione esce un messaggio chiaro: il Partito Democratico c’è, è unito e sfida la destra sulle idee, sui contenuti e su una visione di governo all’altezza delle sfide che l’Abruzzo ha davanti”.
“Raccolgo questo importante testimone dalle donne e dagli uomini del Partito Democratico che oggi hanno animato un confronto propositivo e importante, porteremo in Consiglio regionale, con forza e continuità, le istanze che arrivano dai territori e le osservazioni puntuali a un bilancio regionale che non dà risposte ai bisogni reali degli abruzzesi – aggiunge il capogruppo PD Silvio Paolucci, che sottolinea l’impegno politico immediato del gruppo -. La storia della destra in Abruzzo è una storia di tasse, prima lo fece Chiodi, oggi lo fa Marsilio e la destra è il partito delle tasse in Abruzzo. In secondo luogo, con 40 milioni di tasse, 130 milioni di accantonamenti e dunque tagli a tutti gli altri settori, sono una montagna da 170 milioni di euro che esprimono tutto il fallimento di questi otto anni. Serve una stagione nuova, da costruire insieme, che rimetta al centro ascolto, partecipazione e responsabilità. Il Consiglio regionale deve tornare a essere il luogo del confronto vero e delle scelte utili, non un passacarte della Giunta. Il nostro compito è dare voce a chi oggi non ce l’ha e lavorare per un’alternativa credibile, fondata su equità, sviluppo e diritti”.