Diocesi di Teramo, la lettera ai giovani per il mese di ottobre del Vescovo Leuzzi
Dopo la pausa estiva e negli ultimi mesi del Giubileo Monsignor Lorenzo Leuzzi torna a parlare ai giovani
2025-09-29T09:44:00+02:00 - La Redazione

TERAMO - Carissime e carissimi,
torno a voi con la lettera di Ottobre.
Spero che la ripresa, dopo la pausa estiva, sia animata da entusiasmo e progettualità.
La situazione internazionale nella quale viviamo senz'altro non ci aiuta a guardare avanti con fiducia.
Siamo negli ultimi mesi del Giubileo e ci prepariamo alla Giornata Mondiale della Gioventù diocesana che si svolgerà domenica 23 novembre, festa di Cristo Re.
È presto per fare una verifica del cammino fin qui svolto.
Certamente è necessario rilanciare con coraggio la domanda se sia possibile aspirare a un “di più” che tutti desideriamo nel nostro cuore, come ha ricordato a tutti i giovani del mondo papa Leone XIV nell’incontro a Tor Vergata, a Roma.
Monotonia e ripetitività sono sinonimi di insignificanza.
Celebrando il sacramento della Confermazione in una Parrocchia della Diocesi il parroco presentando i giovani cresimandi ha detto che sono vivaci.
Nella mia breve riflessione, nel manifestare la mia gioia, ho sviluppato il suo elogio sottolineando che lo sono perché sono intelligenti.
Carissime e carissimi, non è il fare che ci dona la gioia della vita, ma il conoscere perché vivo e perché devo crescere.
Papa Leone XIV ha ricordato, sempre a Tor Vergata, che nessuna realtà creata ci può aiutare a rispondere a questa domanda: “nessuna bevanda di questo mondo” può estinguere questa domanda.
Dobbiamo insieme riscoprire il dono della vita battesimale talvolta coperto da “surrogati inefficaci”.
La cultura contemporanea è animata da proposte accattivanti che mirano al successo immediato dimenticando la vera questione della vita: essere di più!
Le proposte del passato si rivelano inefficaci, perché la società moderna ci chiede un coinvolgimento sempre più impegnativo.
Insieme dobbiamo aprire il nostro cuore e la nostra mente alla speranza.
La speranza non è un’utopia o un programma automatico elaborato dalla tecnologia. È la certezza che ciascuno di noi ha qualcosa da donare agli altri.
Ciò è possibile perché non siamo soli! Nella storia è presente il Risorto!
Accogliamo l’invito di papa Leone XIV: “Ed è bello, anche a vent’anni, spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci verso gli spazi eterni dell’infinito”.
Carissime e carissimi, di fronte alle difficoltà dell’umanità dobbiamo insieme donare a tutti il dono della speranza aiutando i vostri coetanei ad allargare gli orizzonti della vita: più si restringe lo sguardo più cresce la delusione!
Vi chiedo di non disperdere il tempo: apriamo il nostro cuore e la nostra mente preparandoci ad essere pronti a rispondere alle attese di coloro con cui condividiamo il cammino della vita.
Portiamo speranza dove viviamo e operiamo!
Non siamo soli!
Il Signore ci chiama per nome: Lui si fida di noi.
Vi accompagno con la mia preghiera. - Vostro, Lorenzo, vescovo -