Ddl sui caregiver familiari, Confad: diritti ancora lontani
Per il Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità il provvedimento presenta fondi limitati e rischio di esclusioni
2025-12-20T11:45:00+01:00 - La Redazione
L'AQUILA - I referenti regionali del Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità, Sabrina Angelini e Federico Di Felice Di Michele, rendono nota a tutta la cittadinanza l’analisi elaborata dal Coordinamento in merito al Disegno di Legge sui caregiver familiari, attualmente in fase preliminare di esame.
Secondo quanto riportato, il provvedimento non è ancora stato trasmesso al Consiglio dei Ministri ed è attualmente sottoposto a verifica presso il Dipartimento giuridico della Presidenza del Consiglio. I primi interventi operativi sono previsti nel biennio 2026–2027: nel 2026 l’INPS sarà chiamata a predisporre la piattaforma per la procedura di riconoscimento del caregiver familiare convivente, mentre eventuali indennità economiche risultano calendarizzate non prima del 2027.
Il Coordinamento sottolinea la necessità di definire con precisione la platea dei caregiver familiari conviventi che assistono persone con disabilità grave o gravissima e non autosufficienti. Restano prioritarie le condizioni dei caregiver ad alta intensità assistenziale, spesso impossibilitati a svolgere attività lavorativa e privi di qualsiasi tutela economica e previdenziale.
Il caregiver familiare è a tutti gli effetti una risorsa fondamentale per lo Stato italiano: garantisce assistenza continuativa a persone non autosufficienti, spesso supplendo a servizi pubblici insufficienti o assenti. Questo lavoro, pur non retribuito, ha un enorme valore economico e sociale, perché riduce i costi sanitari e assistenziali e permette a molte persone fragili di vivere nel proprio contesto familiare. Le richieste centrali rivolte al Governo riguardano il riconoscimento di un’indennità economica adeguata al caregiver familiare e, in via prioritaria, il riconoscimento dei contributi figurativi ai fini pensionistici, affinché l’attività di cura non si traduca in una penalizzazione irreversibile sul piano previdenziale.
Sul piano finanziario, il Coordinamento giudica insufficiente il fondo di oltre 200 milioni di euro previsto dall’articolo 53 della Legge di Bilancio, pur riconoscendone il valore innovativo dopo anni di totale assenza di risorse dedicate. A fronte di una platea caratterizzata da elevata fragilità, la dotazione viene ritenuta non congrua. In alternativa, il Coordinamento propone una misura strutturale, attraverso un taglio lineare dell’1% alla spesa pubblica per i servizi generali della Pubblica Amministrazione (pari a circa 162 miliardi annui), che consentirebbe di destinare 1,6 miliardi di euro alla riforma.
Un’ulteriore criticità riguarda il rischio di disomogeneità territoriale, in particolare nelle Regioni e Province a Statuto Speciale, dove l’assenza di linee guida nazionali vincolanti potrebbe riprodurre le forti disparità già emerse con il Fondo Caregiver.
Infine, il Coordinamento evidenzia che, in presenza di una dotazione finanziaria limitata, la soglia ISEE ipotizzata di 15.000 euro rischia di escludere una parte rilevante dei caregiver conviventi, penalizzando nuclei familiari che, pur risultando formalmente “capienti”, vivono una condizione reale di vulnerabilità economica.