VIDEO | Agricoltura, un anno di mobilitazioni a sostegno del settore
Coldiretti: annata agraria tra segnali di ripresa produttiva e criticità, ma di elevata qualità delle produzioni
2025-12-29T13:43:00+01:00 - La Redazione
PESCARA - Un anno intenso per l’agricoltura abruzzese, segnato da una forte mobilitazione sindacale e da un quadro produttivo che ha richiesto alle imprese capacità di adattamento e innovazione. A pochi giorni dalla fine del 2025, Coldiretti Abruzzo traccia il bilancio dell’anno ripercorrendo le principali iniziative sindacali e le “performance” dei diversi comparti dell’agroalimentare, dal vino al florovivaismo.
"Il 2025 resterà l’anno delle grandi mobilitazioni - afferma Pietropaolo Martinelli, presidente di Coldiretti Abruzzo -. Gli agricoltori abruzzesi hanno portato la loro voce fino a Bruxelles per denunciare le politiche della Commissione Von der Leyen che mettono a rischio le oltre 770mila aziende italiane legate alla PAC". A livello regionale, due le mobilitazioni principali promosse a L’Aquila: la prima, a giugno, per sollecitare misure urgenti a sostegno della zootecnia colpita dall’emergenza Blue Tongue; la seconda, il 16 dicembre, per la consegna ufficiale alla Regione Abruzzo della piattaforma politica di Coldiretti Abruzzo per il 2026, articolata in cinque punti cardine per il rilancio del comparto.
“Per Coldiretti, il 2025 è stato 'l’anno della concretezza', caratterizzato da una presenza costante dalle piazze alle sedi istituzionali – dice Marino Pilati, direttore di Coldiretti Abruzzo – con +18% di giovani nei campi l’agricoltura regionale dimostra di avere un futuro, che però va difeso dalle derive burocratiche. Sul fronte della promozione, il Villaggio Coldiretti di Pescara (31 ottobre – 2 novembre) ha rappresentato il momento di massima sintesi dell’anno, trasformando il capoluogo adriatico nella capitale regionale dell’agroalimentare e della biodiversità”. Il 2025 ha dato spazio anche all’innovazione con l’Oscar Green Abruzzo, celebrato sempre a Pescara, all’imprenditoria femminile e al settore agrituristico, protagonisti di incontri e iniziative durante tutto l’anno. La chiusura è stata nel segno della tradizione con le Giornate del Ringraziamento in tutte le province.
ANNATA AGRARIA
Il 2025 si chiude con un’annata agraria a due velocità, tra segnali di ripresa produttiva e criticità, anche sanitarie, ma con un denominatore comune: l’elevata qualità delle produzioni. "La crescita di vino e olio dopo anni difficili testimonia una straordinaria resilienza – evidenzia Pilati – ma resta inaccettabile la forbice tra prezzi al consumo e remunerazione agli agricoltori".
Vino - L’Abruzzo si conferma nella Top 5 delle regioni vitivinicole italiane. Dopo un 2024 complesso, la vendemmia 2025 segna un riscatto con una ripresa dei volumi stimata intorno al +20% e punte di eccellenza qualitativa favorite da un’estate calda e da un’ottima escursione termica pre-raccolta.
Olio - Il 2025 è stato un anno anomalo per l’olivicoltura. Dopo il -24% della campagna precedente, le stime provvisorie indicano una leggera flessione, più marcata nel Teramano, a fronte di una crescita in provincia di Chieti. La produzione complessiva è stimata intorno alle 8mila tonnellate. Le Dop regionali hanno raggiunto quotazioni record tra i 12 e i 13 euro al chilo, tra le più alte d’Italia.
Zootecnia - Anno di forte tensione per la zootecnia, segnato dal ritorno dell’emergenza Blue Tongue, che ha imposto blocchi alla movimentazione dei capi e causato cali produttivi, mettendo in difficoltà soprattutto le aziende ovine. Nonostante ciò, la tenuta del mercato lattiero-caseario è stata garantita fino a fine anno. Forte la preoccupazione per l’inizio del 2026, mitigata dall’accordo siglato da Coldiretti con il Ministero che ha fissato il prezzo del latte ovino a 0,54 euro a gennaio e 0,53 euro a febbraio, evitando il crollo delle quotazioni. Nel contesto carne Coldiretti Abruzzo ribadisce la necessità di tutelare l’arrosticino, simbolo identitario regionale. "Difendere la pecora abruzzese – sottolinea Pilati – significa difendere la sovranità alimentare da un’invasione di carni anonime dall’estero".
Cereali - Annata complessa per il grano duro: nonostante rese in lieve aumento, il prezzo riconosciuto agli agricoltori si attesta sui 30 euro al quintale (-10% rispetto al 2024), insufficienti a coprire i costi di produzione. Il rischio concreto è l’abbandono della coltura, con conseguenze anche sull’assetto idrogeologico. In alcuni casi si assiste alla sostituzione con cereali alternativi come il farro, ancora in quantità limitate.
Ortaggi e florovivaismo - Ortaggi e florovivaismo si confermano pilastri del PIL agricolo regionale. Il Fucino e il comparto florovivaistico costiero hanno mantenuto un trend di crescita, contribuendo al valore record dell’export agroalimentare. L’orticoltura del Fucino chiude però un anno in chiaroscuro: eccellente qualità delle produzioni, domanda vivace e prezzi in crescita per le IGP, ma margini erosi da siccità, caldo estremo e costi energetici per l’irrigazione d’emergenza. Diventa sempre più urgente investire in infrastrutture idriche e programmazione per mettere in sicurezza il futuro dell’“orto d’Italia”.
PROSPETTIVE 2026
"Guardiamo ai dati produttivi con orgoglio, ma non possiamo ignorare le ombre – conclude il presidente Martinelli –. Nel 2026 lavoreremo perché il valore aggiunto resti nelle mani di chi lavora la terra, difendendo le nostre eccellenze dalla concorrenza sleale e dal cibo sintetico. La piattaforma di Coldiretti è la bussola per il futuro dell’Abruzzo".
Il direttore Pilati aggiunge: "Chiudiamo l’anno con una Coldiretti più forte, militante e vicina agli agricoltori. Nel 2026 chiederemo alla politica regionale un cambio di passo su fauna selvatica, gestione idrica, semplificazione e sostegno concreto al settore primario. Siamo la spina dorsale di questa regione e continueremo a dimostrarlo". - Ufficio Stampa -
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