Cisalfa condannata per condotta antisindacale

Quaranta (CGIL): "Sapevamo di avere ragione e ora c’è una sentenza che lo conferma"

2025-10-02T16:56:00+02:00 - Walter Cori

Cisalfa condannata per condotta antisindacale

TERAMO - Con la sentenza emessa dal Giudice del lavoro di Teramo, Dottoressa Daniela Matalucci, a seguito del ricorso presentato dalla Filcams Cgil di Teramo, assistita dagli Avvocati Luca Scarpantoni, Carlo De Marchis Gomez e Silvia Conti, è stata decretata l’antisindacalità della condotta tenuta da Cisalfa Sport spa.  

A fine 2024 Cisalfa Sport spa, noto marchio di abbigliamento sportivo presente con un punto vendita all’interno del Centro Commerciale Gran Sasso di Teramo, comunicava ai propri dipendenti la chiusura del negozio e il trasferimento presso altri punti vendita situati nel Lazio. 

Come Filcams Cgil di Teramo denunciavamo immediatamente quelli che sarebbero stati dei veri e propri licenziamenti indiretti, consistenti nel trasferimento di tutto il personale del punto vendita di Teramo presso punti vendita distanti ubicati a Roma. 

L’indisponibilità dell’azienda ad un dialogo proficuo con l’Organizzazione Sindacale ha dato il via a dicembre 2024 a un’azione di sciopero da parte delle lavoratrici e dei lavoratori interessati dal licenziamento mascherato da trasferimento. A seguito dello sciopero, Cisalfa Sport spa sospende i lavoratori e anticipa la chiusura. 

Un comportamento del tutto irrispettoso della dignità di lavoratrici e lavoratori che per anni avevano lavorato all’interno del negozio garantendo utili a un marchio che vede la sua espansione anche in altre nazioni europee. 

Un comportamento indegno anche per il nostro territorio che, negli spazi del Centro Commerciale Gran Sasso permette ai colossi del Retail di fare utili, in casi come questi, sulla pelle di lavoratrici e lavoratori. 

Sapevamo di avere ragione - dichiara il segretario della Filcams Cgil di Teramo, Vincenzo Quaranta - insieme a lavoratrici e lavoratori abbiamo ribadito con forza che quanto stava accadendo non era giusto! Abbiamo provato a farlo con il dialogo, poi con lo sciopero: avevamo ragione e ora c’è una sentenza a dirlo a Cisalfa e a dirlo a chi crede che il profitto non debba essere soggetto al rispetto dell’umanità e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori”.