Calcio D, Teramo: i tifosi biancorossi del Club pronti all'esodo

Il presidente Giuseppe Bracalenti: “Vogliamo esserci e la squadra entusiasma”

2025-12-11T13:28:00+01:00 - Walter Cori

Calcio D, Teramo: i tifosi biancorossi del Club pronti all'esodo

di Stefano Vecellio

TERAMO - Vittorie, sconfitte, entusiasmo, crisi, rinascite. 

La storia del Teramo Calcio 1913 è fatta di resilienza e di passione, un attaccamento viscerale di una piazza alla propria città ed ai propri colori che perdura nel tempo e che viene tramandata da istituzioni che sono veri e propri monumenti della teramanità sportiva, come il "nuovo" Club Biancorosso Teramo.

Nato come continuazione dello storico Club Biancorosso, l’associazione è il trade d’union tra territorio e calcio, coinvolgendo tutte le componenti presenti nel tessuto cittadino e provinciale. A sostegno del Diavolo sempre, nella buona e nella cattiva sorte, come ci ha raccontato il presidente Giuseppe Bracalenti

Presidente, che aria si respira in vista della trasferta a Recanati?

  • Si sente l’importanza della partita e la voglia della piazza di esserci. Abbiamo fatto di tutto per organizzare almeno un pullman, anche se in questo periodo dell’anno è complicatissimo: tra mercatini e altri eventi natalizi, i mezzi sono quasi tutti occupati. Per fortuna le prenotazioni stanno andando alla grande, siamo quasi al completo. La risposta dei tifosi è eccezionale: quando la squadra entusiasma, tutto diventa più semplice. Come club cerchiamo sempre di permettere a tutti di partecipare, soprattutto a chi non può arrivarci con mezzi propri. A volte interveniamo anche di tasca nostra per coprire alcuni costi: è il nostro ruolo, e lo facciamo con entusiasmo”.

Il Teramo ora è a soli 3 punti dalla capolista Ostiamare, con i giusti incastri domenica potrebbe rappresentare già un’occasione anche per agganciare la vetta. Per lei che vive la piazza da dentro, c’è tensione per una partita così importante? 

  • Direi più consapevolezza che tensione. Sappiamo di avere una squadra forte, che se gioca come sa non deve temere nessuno: i tifosi lo percepiscono e sono fiduciosi. Teramo ha sempre risposto bene nei momenti cruciali, che fosse per un campionato da vincere o per una salvezza da conquistare. La passione e la vicinanza alla squadra non sono mai mancate, indipendentemente dai risultati o dalla classifica. È una delle caratteristiche più belle di questa piazza”.

Come giudica fin qui il percorso della società?

  • Da osservatori attenti quali siamo, quando c’è stato da criticare non ci siamo mai tirati indietro, anzi abbiamo espresso sempre il nostro pensiero a voce altissima. Ma oggi sinceramente non trovo alcun aspetto negativo. La società ha competenza, umiltà, idee chiare. La crescita non si vede solo sul campo, ma nella gestione quotidiana. L’acquisizione del Bonolis, che sollecitavamo da più di tre anni, è un segnale fortissimo di volontà di fare bene. I risultati sportivi contano, certo, ma devono poggiare su fondamenta solide: oggi non si stanno costruendo castelli di carta come in passato. Teramo è forte nelle radici, prima ancora che nella classifica”. 

A proposito di radici, la riacquisizione del simbolo e della denominazione storica hanno rappresentato un ritorno al passato molto apprezzato da tutti. Come è nata questa scelta e come avete aiutato la società in questo recupero identitario?

  • È stato un percorso che avevamo iniziato già dopo la mancata iscrizione in Serie C, quattro anni fa. Per noi i loghi non sono solo grafiche, ma sono il cuore pulsante della passione dei tifosi. Le matricole federali sono numeri, possono cambiare, i simboli, invece, rappresentano una comunità, una storia: nel calcio moderno, dove le sparizioni societarie sono all’ordine del giorno, preservarli significa proteggere la nostra identità. Oggi abbiamo un contratto di comodato d’uso con la società, con condizioni precise che garantiscono continuità e tutela. Il Teramo può ripartire da qualsiasi categoria, ma ciò che conta davvero è il simbolo sul petto e chi lo custodisce: i tifosi”.

Come associazione, siete molto attivi anche nel sociale. Quali sono i progetti futuri che avete in cantiere?

  • Stiamo lavorando a iniziative benefiche e a febbraio organizzeremo una cena per raccogliere fondi. Il sostegno alla squadra resta la base del nostro statuto, ma non vogliamo limitarci a questo: vogliamo essere una realtà presente e funzionale sul territorio”.

Nei suoi anni di presidenza ha vissuto momenti esaltanti e periodi bui. Per non chiudere con l’amaro in bocca, partiamo dai ricordi più difficili. 

  • Sicuramente la non iscrizione della squadra ai professionisti, con le varie vicissitudini dei passaggi di proprietà. Ci siamo fidati di persone che hanno illuso la piazza con proclami fuori luogo e fuori tempo: promettevano mari e monti e invece era tutto un bluff. È stato un colpo durissimo, anche per la mia presidenza del direttivo del Club Biancorosso. Tenere unito l’ambiente non è stato semplice, ma la passione è stata più forte. Voglio ricordare, con orgoglio, che il Teramo è stata una delle poche squadre che è ripartita da zero senza acquisizione di titoli sportivi da altri club. Abbiamo sentito il dovere di non far sfaldare tutto, di ricompattare la piazza e i tifosi. Ed è stato il punto di partenza di questa rinascita straordinaria”. 

Non ha citato l’esclusione dalla Serie B, un momento che in città ricordano tutti…

  • È stato un momento orribile. Non l’ho citato solo perché la nostra associazione è stata rifondata qualche mese dopo, quindi non ho vissuto quell’esperienza come presidente del club ma solo come tifoso ed è stata devastante. Essere privati di un sogno in maniera così cruenta e improvvisa dopo una stagione straordinaria fa ancora male. Però anche in quell’occasione la piazza ha reagito: ha ritrovato entusiasmo, ha dimostrato una maturità sportiva da invidiare, da prendere come esempio. Ho visto altre piazze affrontare momenti simili con freddezza e distacco verso le nuove realtà, ma a Teramo no. Qui ci sono stati subito attaccamento e passione: un esempio di resilienza vera”.

I ricordi più belli invece?

  • Ripensando a tutti i momenti bui che abbiamo passato, dico che la rinascita che stiamo vivendo oggi diventa uno dei più belli: ripensare a dove eravamo e guardare dove siamo oggi è emozionante. Ma anche i momenti legati al sociale: le donazioni agli ospedali, al centro iperbarico, i gadget e le uova di Pasqua per i bambini: sono cose che ti gratificano e riempiono il cuore più di qualsiasi vittoria. Anche iniziative come “Il Fiocco Biancorosso”, in cui regalavamo kit ai nuovi nati, nascono proprio da questo spirito: tenere viva la passione, coltivare già i tifosi del futuro”.

Pensando proprio ai tifosi del futuro, quanto è stato importante ricostruire il settore giovanile?

  • Tantissimo. Per realtà come il Teramo è vitale avere un vivaio forte. Il fatto che il settore giovanile stia tornando a ottenere risultati è un altro segnale della crescita societaria. Si sta lavorando bene, con le persone giuste nei posti giusti”.