Calamità, Castelli: "Necessita governance contro la frammentazione amministrativa"
Il Commissario è stato audito alla Camera dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico
2025-11-11T17:28:00+01:00 - Walter Cori
ROMA - "Alla luce delle caratteristiche dell’Italia, quella della governance nei casi di calamità è una questione che non può essere derubricata al ‘ci vuole il Commissario’. Non basta il Commissario: servono dispositivi che esprimano la capacità di superare la frammentazione, che è il vero nodo da affrontare. Alla luce di ciò, dunque, il vero tema è quello della governance. Per intervenire in maniera coordinata e preventiva, infatti, bisogna avere dispositivi decisionali che non obbediscano a una logica meramente gerarchica, ma che esprimano un valore multilivello”. Lo ha detto il Commissario Straordinario al sisma 2016 Guido Castelli che, questa mattina, è stato audito alla Camera (Palazzo San Macuto) dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano. “Nel caso del sisma 2016 - ha aggiunto Castelli - abbiamo definito una governance che prevede un commissario di Governo, le quattro Regioni coinvolte - con le quali ci coordiniamo -, a cui si aggiungono i 138 Comuni del cratere. Questo modello ci consente di programmare, di esercitare una funzione sostitutiva – qualora si renda necessaria - e di standardizzare i meccanismi, superando i perimetri amministrativi. Del resto, nella realtà spesso gli eventi catastrofali non avvengono all’interno del perimetro definito dal Titolo V della Costituzione. Attraverso questa nostra governance multilivello noi interiorizziamo le potenzialità delle Regioni, senza rimanere vincolati e condizionati dai limiti dettati dai confini amministrativi”.
"Nel corso dell’audizione - prosegue il Commissario - ho ricordato come la fragilità del nostro Paese rappresenti una costante storica e strutturale, che negli ultimi anni si manifesta con crescente frequenza, causando perdite umane, danni economici e compromissioni del patrimonio ambientale e culturale. Nell’Appennino centrale, in particolare, i rischi sismici, idrogeologici e socioeconomici si intrecciano profondamente. In questo quadro, la sicurezza del territorio rappresenta il cardine del nostro lavoro, dal momento che costituisce la premessa alla ricostruzione materiale e alla successiva possibilità di creare, per queste comunità, nuove opportunità nel segno dello sviluppo sostenibile. A tale scopo abbiamo avviato le attività volte a superare le criticità legate alle norme di attuazione dei Piani per l’Assetto Idrogeologico, così come gli studi condotti con l’INGV sulle faglie attive e capaci e i dissesti ci hanno consentito di ridefinire le zone di attenzione e le aree di suscettività sismica. Un aspetto innovativo del nostro lavoro riguarda il monitoraggio del territorio sopra e sotto il suolo, attraverso la digitalizzazione delle infrastrutture e delle reti di sottoservizi e più in generale la gestione del territorio, garantendo una interoperabilità del dato tra i vari soggetti coinvolti. In conclusione, la Struttura commissariale occupata non solo della ricostruzione, ma anche della gestione del rischio territoriale, con una visione integrata che unisce prevenzione, pianificazione e consapevolezza collettiva” - Ufficio Stampa -