"Bullo non è bello": il Premio Borsellino alla Camera dei Deputati
Una rappresentanza del Premio (unica realtà abruzzese) è stata invitata all'incontro di domani e del 10 novembre al Parlamento Europeo
2025-11-03T12:00:00+01:00 - La Redazione
ROMA - Martedì 4 novembre 2025 studenti e docenti di tutta Italia sono convocati al Parlamento nell’ambito del progetto internazionale “Bullo non è bello”, per dire Si alla vita e No alla violenza gratuita seppur verbale che crea ugualmente morte.
Una rappresentanza del Premio Borsellino – unica realtà abruzzese - è stata invitata sia all’incontro del 4 novembre ore 15,00 alla Camera dei Deputati, sia il 10 novembre al Parlamento Europeo per l’incontro promosso dal Vice-Presidente del Parlamento Europeo, Dimitrios Papadimoulis che riunisce il mondo accademico e le organizzazioni che lavorano sul campo per affrontare e prevenire il bullismo.
Sempre più spesso, sentiamo parlare di “bullismo”, di “atteggiamenti da bullo”, di “cyber-bullismo”, non solo riferiti ad adolescenti o a giovani ragazzi e ragazze che usano la violenza delle parole, dei gesti e delle azioni per affermare sé stessi, sentirsi importanti e sottomettere gli altri. Il quadro che si delinea è drammatico, ma c’è qualcosa che lo rende ancore più triste e deprimente: il silenzio e l’indifferenza che spesso i coetanei riservano ai loro compagni o amici, vittime di bullismo. Sembra che si sia abituati a queste “brutture” e non si pensi a come questi episodi tolgano, a chi li subisce, il piacere di vivere e stare in compagnia.
Di chi è la colpa? Della nostra società che rifiuta la violenza ma solo a parole emarginando chi non si adegua alle proprie regole. Di un sistema di vita che esalta il gruppo e la legge del più forte. Di un mondo dove è vero solo ciò che appare in TV, dove i videogiochi hanno sostituito i rapporti tra coetanei. Grazie a questi modelli negativi, il bullo, che è spesso fragile, talvolta sottoposto anche lui a violenze o semplicemente vuoto, solo e pieno di rabbia si impone sugli altri prendendo di mira chi è più debole ed indifeso, facendosi così “bello” davanti ad un gruppo che lo sostiene per vigliaccheria, ignoranza o timore. Conoscere e combattere il bullismo è affermare la legalità cioè la “bellezza” del rispetto e della tutela dei diritti di tutti, soprattutto dei più deboli e indifesi, in particolare in età, come l’infanzia e l’adolescenza, durante le quali subire tali comportamenti lascia ferite profonde, difficili da rimarginare. Solo in questo modo si può restituire ai bambini e ai ragazzi la possibilità di vivere appropriatamente e con serenità la propria età. C’è qualcosa di più bello? - Ufficio Stampa -