Autorità per gli sfratti, allarme del Sicet: attacco ai diritti degli inquilini e alla coesione sociale

L'istituzione annunciata da un senatore, il sindacato: in provincia di Teramo centinaia di famiglie sarebbero travolte dalla decisione

2025-11-05T12:21:00+01:00 - La Redazione

Autorità per gli sfratti, allarme del Sicet: attacco ai diritti degli inquilini e alla coesione sociale

TERAMO - È di una gravità estrema l’annuncio, da parte di un senatore della maggioranza di governo, dell’istituzione di una nuova autorità amministrativa incaricata di gestire direttamente le procedure di sfratto, scavalcando i tribunali ordinari. Un provvedimento di questo tipo, giustificato con la presunta esigenza di “velocizzare” le esecuzioni, rappresenta una pericolosa deriva che mina le garanzie fondamentali dei cittadini e rischia di trasformarsi in una ingiustizia sociale. Secondo le anticipazioni, basteranno due mensilità arretrate per attivare la richiesta alla nuova autorità, che potrà disporre l’esecuzione dello sfratto in appena 30 giorni, prorogabili al massimo a 90.

Si tratta di una scelta che aggraverà drammaticamente il disagio abitativo, già oggi in costante crescita a causa della cancellazione progressiva di misure di welfare e di sostegno agli inquilini in difficoltà. Non si può criminalizzare la povertà. Molti inquilini non pagano l’affitto non per scelta, ma per impossibilità, si tratta di famiglie, lavoratori poveri e precari, anziani e disoccupati che non riescono più a far fronte ai costi della vita. Trasformare questa condizione di fragilità economica in un motivo di espulsione rapida significa istituzionalizzare la discriminazione verso chi è povero. Non pagare l’affitto perché non si hanno i soldi non è un reato, ma un segnale di disagio sociale che lo stato dovrebbe affrontare con misure di sostegno, non con provvedimenti punitivi.

Invece di riflettere sugli errori commessi negli ultimi anni – l’abbandono delle politiche per la casa, la riduzione dei fondi per l’edilizia popolare, la mancanza di strumenti di prevenzione degli sfratti – si sceglie la strada più dura e disumana, senza affrontare le cause strutturali del problema.

A Teramo e in tutta la provincia, centinaia di famiglie rischiano di essere travolte da questa decisione: anziani soli, disabili, nuclei con minori che già faticano a sostenere l’aumento dei canoni e del costo della vita. Un intervento di questo tipo non solo colpirà i più fragili, ma rischia di generare gravi tensioni sociali e problemi di ordine pubblico. Il Sicet chiede alle autorità regionali, alle istituzioni di attivarsi e di chiedere il ritiro immediato di questa proposta e aprano un confronto serio con enti locali, sindacati degli inquilini e associazioni del territorio per individuare soluzioni equilibrate e rispettose della dignità delle persone. La casa non può essere ridotta a una merce: è un diritto costituzionale e un pilastro della convivenza civile. - Antonio Di Berardo, Responsabile provinciale Sicet -