Animali d'affezione, la LNDC scrive a Verrecchia sugli emendamenti alla legge regionale
Per l'associazione riducono garanzie di benessere e trasparenza nella gestione dei rifugi
2025-11-03T11:28:00+01:00 - La Redazione
L'AQUILA - LNDC Animal Protection ha inviato una lettera al Consigliere regionale dell’Abruzzo Massimo Verrecchia per chiedere chiarimenti in merito agli emendamenti alla Legge Regionale n. 47/2013, che disciplina la tutela degli animali di affezione e la prevenzione del randagismo, da lui presentati e approvati dal Consiglio il 29 ottobre.
Le modifiche, secondo l’associazione, rappresentano un passo indietro nella tutela del benessere animale e rischiano di ridurre la trasparenza nella gestione dei canili e dei rifugi. In particolare, la nuova formulazione riduce l’apertura obbligatoria al pubblico delle strutture da sette a cinque giorni settimanali, limitando di fatto la possibilità per i cittadini di visitare i rifugi e adottare gli animali ospitati. Ancora più preoccupante, per la LNDC, è la modifica del comma 5 dell’articolo 8-bis, che "con una nuova formulazione piuttosto fumosa e poco chiara, rischia seriamente di trasformare l’obbligo di garantire la presenza dei volontari e dei veterinari all’interno dei canili privati in una semplice facoltà da parte del gestore. Il passaggio dalla parola 'garantire' all’espressione 'consentire o assicurare' introduce infatti una grave ambiguità normativa: l’uso della congiunzione 'o' lascia intendere che il gestore possa scegliere se semplicemente consentire la presenza dei volontari (cioè non ostacolarla), oppure assicurarla (cioè organizzarla attivamente). Si tratta di una formula che, nella prassi, rischia di depotenziare fortemente il presidio delle associazioni animaliste all’interno delle strutture private, rendendo di fatto facoltativa una presenza che oggi è obbligatoria e strategica".
"Ancora più paradossale - osserva l'associazione - è il fatto che la medesima espressione – 'consentire o assicurare' – venga utilizzata anche in riferimento alla presenza dei veterinari. Ma la presenza di un medico veterinario nelle strutture di ricovero per animali non è una facoltà, bensì un obbligo sancito da norme regionali e nazionali. Inserirla in questa formulazione ambigua potrebbe, per assurdo, far pensare che anche tale obbligo sia soggetto a interpretazioni o condizioni discrezionali da parte del gestore, con evidenti rischi per la salute e la tutela degli animali custoditi. Una variazione che, nella pratica, indebolisce il ruolo di controllo e collaborazione delle associazioni animaliste e dei professionisti veterinari, figure essenziali per garantire la salute, la cura e la corretta gestione degli animali ospitati nonché la promozione delle adozioni consapevoli".
“La presenza dei volontari nei canili è un presidio di legalità e trasparenza. Limitare o rendere facoltativa la loro presenza significa aprire la porta a un modello di gestione più chiuso, meno partecipato e potenzialmente meno attento al benessere degli animali”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.
LNDC ricorda inoltre che la Circolare del Ministero della Salute n. 5 del 2001, relativa all’attuazione della Legge quadro 281/91, stabilisce che i Comuni debbano stipulare convenzioni preferibilmente con associazioni animaliste per la gestione dei canili a dimostrazione del valore del volontariato nella tutela degli animali e nella promozione delle adozioni. Un principio che diventa ancora più fondamentale quando si tratta di canili e rifugi di proprietà e gestiti da soggetti privati.
L’associazione ha dunque illustrato al consigliere Verrecchia tutte queste criticità e gli ha chiesto di spiegare le motivazioni alla base di tali modifiche, auspicando che la Regione Abruzzo apra un confronto costruttivo con le organizzazioni che operano quotidianamente sul territorio per la difesa degli animali.
“Ogni intervento normativo in questo ambito dovrebbe nascere da un confronto con chi si occupa concretamente di tutela animale. Non possiamo permettere che il frutto di anni di impegno e conquiste venga vanificato con modifiche che rischiano di penalizzare gli animali”, conclude Rosati.