Tutti noi (certamente il pubblico che legge queste mie riflessioni) sappiamo da tempo che la definizione che viene data agli abruzzesi è quella di essere “forti e gentili”.
A ben approfondire, la forza e la gentilezza messi insieme, evocano immagini come quella della tenacia nel portare a compimento un proprio obiettivo, ma tutto questo accompagnato da una delicatezza d’animo, oltre che da un profondo rispetto verso l’altro.
Questa doppia qualità, riconosciuta come prerogativa dell’intera regione, dovrebbe dunque riguardare certamente Teramo.
Sarebbe di auspicio per questa città, se il 2019 avesse inizio proprio all’insegna della forza e della gentilezza.
La “forza”, allora, la assocerei alla volontà di essere capaci nel ridare speditezza a tutti i progetti che possano restituire a Teramo, la dignità di capoluogo.
La “gentilezza” dovrebbe invece essere dimostrata dall’accoglienza, che va espressa però in senso davvero innovativo.
Pensiamo al commercio: qual è la differenza che sussiste tra una “grande distribuzione” e una vendita al dettaglio?
Che la prima bada alla quantità dello smercio, senza curarsi del destinatario, la seconda invece “punta” proprio su di lui: sull’utente perché è su di lui, sulla relazione che si instaura tra commerciante e beneficiario del servizio che si basa l’effettivo scambio: poi potrà esserci anche il prodotto, come il caffè o la camicia, il libro, come il paio di scarpe, l’etto di prosciutto come il profumo, come anche il taglio di capelli o una ricarica per la stampante, ma sarà sempre e soprattutto la relazione a fare la differenza.
Ora, se questa relazione è giovevole perché chi accoglie nel proprio negozio, ha tutti i requisiti dell’ospitalità, addirittura personalizzando lo scambio, che deriva da una serie di dettagli, che fanno stare a proprio agio quella persona, accadrà che quell’esercizio avrà una clientela stabile : altrimenti, se la relazione sarà poco attenta a particolari, quali il sorriso, la empatia, l’invito a mettere a disposizione della persona quegli elementi accessori al servizio medesimo (il giornale da sfogliare ma non solo!) la fedeltà dell’utente non scatterà.
Teramo, a mio parere, da questo dovrebbe ripartire: creando i presupposti per cui chi anima il commercio, possa essere dotato di quell’elemento che si può sintetizzare appunto, nel far stare a suo agio chi fa ingresso in quell’esercizio.
Ve lo immaginate se questo fosse poi il tratto distintivo che connota tutti gli esercenti teramani?
Perché di questo si tratta, anche se è difficile farlo comprendere.
L’idea, abbastanza negativa e fondata sul primato della “cura del proprio orticello” cioè badare al proprio negozio e mettersi in disputa con quello attiguo, ha ormai fatto il suo tempo.
Oggi, necessariamente, tutti devono “remare dalla stessa parte” e se c’è un “sorriso personalizzato, perché autentico” di ogni negoziante verso ogni cliente al punto da diventare un tratto connotativo per Teramo, ne deriverà che sarà questo a richiamare il cittadino come l’ospite, sia il visitatore occasionale come il turista.
Sarebbe come se Teramo avesse confezionato un brand che lo caratterizza e che gradualmente andasse ad affermarsi che è appunto quello legato alla “forza ed alla gentilezza”: no?
Del resto, non ho inventato nulla di nuovo, ma ho riaffermato l’importanza del dettaglio, che quando ci viene riservato, ci fa piacere ricevere: chi non ha ben parlato di quel determinato negozio, della gentilezza e della professionalità che ha riscontrato nell’essere servito in quell’esercizio, se effettivamente ha avuto una buona percezione nel trattamento ricevuto?
In effetti, è proprio l’avventore che ha riscontrato una atmosfera favorevole in quel determinato luogo, ad essere il primo “pubblicitario” a favorirlo, facendo il cosiddetto “passaparola”.
Immaginate se ogni cliente, all’uscita di un qualsiasi negozio, ricevesse un gadget che in sintesi si traducesse in un ringraziamento per aver scelto, attraverso quell’esercizio, Teramo nel suo complesso e quindi fosse Teramo a ringraziare?
Come per incanto tutti i commercianti troverebbero logico e naturale sentirsi “parte di una campagna comune” e si unirebbero sotto lo slogan: “scegli Teramo, una gentilezza a portata di acquisto!”
Forse ho galoppato troppo con la fantasia oppure un modo di comportarsi del genere, determinerebbe una facilitazione nella decisione di cosa scegliere tra “il negozio in centro” oppure “il centro commerciale”?
In conclusione, penso che Teramo quest’anno, soprattutto in occasione delle festività natalizie ha fatto molto….ma occorre fare il resto!

Ah, dimenticavo… il cantiniere delle idee augura a tutti voi uno spumeggiante 2019!