CASTELLI – Nonostante il terremoto, nonostante le tante difficoltà di un territorio montano svantaggiato e martoriato da calamità naturali, sempre più spopolato e che fa fatica a ripartire, quattro ceramisti di Castelli saranno costretti a subire ulteriori danni a causa di un provvedimento di rimozione delle strutture provvisorie loro assegnate, dove erano tornati a svolgere dignitosamente il loro lavoro, e che dovranno abbandonare.

Si fa riferimento alla vicenda di quattro artigiani castellani i quali, a seguito degli eventi sismici del 2016, erano stati sistemati in moduli provvisori forniti dalla CARITAS di Teramo, all’interno di un’area comunale.

Va evidenziato che tale soluzione temporanea da subito sollevava una reazione di malcontento, senza considerare il fatto che la suddetta collocazione si sarebbe protratta solo fino a quando l’emergenza terremoto non sarebbe rientrata e, quindi, gli artigiani sfollati avrebbero fatto ritorno presso i loro negozi, attualmente inagibili.

Il Sindaco di Castelli Rinaldo Seca nei giorni scorsi (15 ottobre) ha emanato un’ordinanza di rimozione della struttura, notificata alla CARITAS di Teramo in quanto proprietaria, nonostante quest’ultima avesse deciso di donarla al Comune. Il tutto, sembrerebbe, perché l’area dovrebbe tornare ad essere un parcheggio. 

Gli artigiani di Castelli si sono rivolti alla Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri, che si è occupata della vicenda fin dall’inizio facendosi portavoce dello stato di disagio vissuto dai lavoratori.

Inutile evidenziare – si legge in una nota della Consigliera – come la dismissione dei moduli provvisori provocherebbe ulteriore disagio agli artigiani, già fortemente provati da un punto di vista emotivo, i quali si vedrebbero costretti a cessare la loro attività, unica fonte di sostentamento”.  La Consigliera Brandiferri “esprime profondo rammarico per la problematica creatasi e non riesce a comprendere come si possa favorire la chiusura di quattro aziende di ceramisti, unici nel loro genere, senza trovare o nemmeno valutare soluzioni alternative”.

Questa mattina gli artigiani hanno rinnovato la loro intenzione di non abbandonare la struttura. Sono disposti anche ad azioni eclatanti incatenandosi alle strutture e magari rivolgendosi al Tar.

Interpellato al telefono il Sindaco Seca ha replicato immediatamente: nel marzo 2017 la Caritas ci ha chiesto cosa potesse fare per Castelli. Con il centro storico interdetto ho pensato di realizzare una struttura per gli artigiani, rimasti senza locali considerati inagibili,  per farli continuare a lavorare. Nel frattempo abbiamo fatto una ricognizione degli edifici in questi due anni, e abbiamo trovato dei locali disponibili dove farli trasferire. La legge sul sisma, addirittura, riconosceva loro la piena delocalizzazione con tutte le spese, anche di affitto. Invece hanno preferito fare ostruzionismo a questa soluzione. Avevamo anche presentato un elenco con oltre 10 locali disponibili, e tra l’altro uno di questi locali è di proprietà comunale. Con un avviso pubblico ha risposto un artigiano, ma nessuno dei ceramisti in questione. Non capisco perché si siano interstarditi: tra l’altro in quella zona dovranno partire dei lavori di consolidamento. C’è un problema di dissesto con un versante a valle che deve essere consolidato. Diventerà area di cantiere…”