CELANO – “Omaggio vivente” è un format ideato dal noto musicista e paroliere Gianni Marianetti con l’intento di omaggiare personaggi celanesi che si sono particolarmente distinti nei propri campi di competenza.

Protagonisti dell’incontro che si è svolto nel pomeriggio del 29 dicembre presso l’Auditorium Enrico Fermi i giornalisti Augusto Cantelmi e Roberto Vicaretti, entrambi dalle chiare origini celanesi.
L’evento prevede una sorta di dibattito, con i due giornalisti intervistati dal Sindaco di Celano, Settimio Santilli, e la Presidente del Consiglio Comunale, Lisa Carusi. Domande e risposte che di tanto in tanto vengono intervallate da intermezzi musicali e incursioni dello stesso Marianetti, che con la sua proverbiale e pungente ironia ha contribuito a rendere ancor più familiare e scherzosa l’atmosfera dell’incontro.

Augusto Cantelmi – tra le altre cose ex glorioso centrocampista del Celano Calcio – è un giornalista parlamentare presso TV Sat 2000, mentre Roberto Vicaretti – che ha sì origini celanesi, ma risiede da sempre in Umbria – cura ormai da anni la rassegna stampa mattutina di Rainews24. Sicuramente due modi diversi di fare giornalismo, ma in ogni caso altrettanti esempi di una dedizione ed una passione per questo lavoro che hanno davvero pochi eguali.

Cantelmi racconta, divertito, all’incuriosito pubblico il primo incontro avuto con Vicaretti (con entrambi che ignoravano del tutto le comuni origini celanesi), avvenuto nel 2017 fuori del Policlinico Gemelli di Roma in occasione del malore occorso all’allora Premier Gentiloni. È stato dopo il secondo incontro, in Senato nell’estate dello stesso anno, che i due hanno avuto modo di conoscersi, instaurando così un rapporto di sincera e profonda stima reciproca.

Vicaretti, dopo aver ricordato gli studi presso la Scuola di Giornalismo di Perugia e gli esordi ne Il Resto del Carlino, pone fortemente l’accento sulla componente umana che caratterizza il suo lavoro, evidenziando come per un giornalista sia fondamentale dare un taglio assolutamente personale al proprio modo di raccontare le cose. Esistono infiniti modi di fare giornalismo ed altrettanti per raccontare un fatto, sta al professionista riuscire a trovare il proprio stile, tenendo conto sia della propria etica personale che delle aspettative di pubblico ed editori.
La sua è infatti una rassegna stampa ampia e variegata, che – in quanto estensione del servizio pubblico – ha il compito di dar voce a tutte le componenti politiche del Paese, nonché alle relative basi elettorali.

Degno di attenzione il passaggio di Cantelmi sul suo “Montecitorio Selfie”, una rubrica giornaliera in cui il giornalista racchiude – in poco più di due minuti di video – i fatti salienti e più curiosi occorsi nella giornata politica, cercando di avere un approccio leggero e più diretto con una materia che, a detta di entrambi i giornalisti, ormai da anni fornisce involontariamente non pochi spunti (tragi)comici.

Tra i temi centrali del dibattito vi è stata sicuramente l’influenza che ormai la tecnologia esercita fortemente sul modo di fare giornalismo: in un’epoca così satura di contenuti e di proposte, i tempi giornalistici diventano essenziali, non perdendo però mai di vista la qualità dell’offerta.
E, come afferma Vicaretti, il giornalismo politico deve necessariamente fare i conti anche con i cambiamenti in seno alla classe politica stessa: va da sé che è necessario essere sempre al passo con i tempi e con quello che succede, a maggior ragione in un ambito mutevole e dinamico come quello politico.

In chiusura c’è stato spazio anche per parlare brevemente del libro scritto da Vicaretti in omaggio a Pietro Ingrao (argomento che il giornalista afferma di avere particolarmente a cuore, soprattutto in riferimento all’impegno di Ingrao per le acciaierie di Terni) e della raccolta di poesie di Cantelmi.

L’evento si è chiuso con il giusto e doveroso tributo del numeroso pubblico accorso ai due giornalisti, che – ognuno col proprio metodo e le proprie peculiarità – col loro lavoro danno quotidianamente lustro alla cittadina marsicana.
Una serata davvero interessante in cui si è posto l’accento su quanto ancora oggi sia importante e necessaria la figura del giornalista, un esperimento sicuramente riuscito e da riproporre.

di Vittoriano Capaldi