CELANO – In occasione del Giorno della Memoria in ricordo dell’atroce sterminio degli ebrei (ma non solo) ad opera dei nazisti nei campi di concentramento, quest’anno l’amministrazione comunale di Celano ha organizzato un evento presso l’auditorium Enrico Fermi: a prendervi parte, oltre ad alcune classi delle scuole locali, lo scrittore Giovanni De Blasis, il sindaco Settimio Santilli e l’assessore Ezio Ciciotti.

In un’epoca in cui si registra un sempre più inquietante ritorno di sentimenti antisemiti – vedi l’ultimo, deplorevole evento accaduto a Mondovì, dove la porta della casa di un’ex partigiana è stata imbratta con la tristemente celebre scritta “Juden hier” – ricordare l’atrocità e l’inumanità di quanto accaduto solo pochi decenni assume un’importanza sempre più rilevante.

L’evento si è svolto tra la lettura degli articoli della Costituzione Italiana sull’istituzione del Giorno della Memoria e di poesie a tema da parte degli alunni delle classi coinvolte e intermezzi musicali, in cui il soprano Natalia Pavlova ha interpretato canzoni della tradizione musicale ebraica sefardita e aschenazita.

Di particolare rilievo l’intervento del già citato De Blasis, il quale ha di recente pubblicato il suo nuovo libro “Il pane sarà contato a briciole”. De Blasis ha posto l’accento in particolare sull’innegabile contributo italiano alla deportazione, culminato con le infamanti leggi razziali promulgate nel 1938.?Particolarmente interessante, come ha spiegato lo stesso De Blasis, è capire come si è arrivati a questo: la promulgazione delle leggi razziali fu solo il culmine di un processo di intolleranza che in Italia era in atto già da anni, basti pensare all’abolizione della pratica del cosiddetto “madamato” (ovvero la proibizione per i militari italiani impiegati in Etiopia ed Eritrea ad unirsi in matrimonio con le donne – perlopiù bambine – onde evitare di mettere a repentaglio la “purezza” della razza italica) e le persecuzioni contro pentacostali e testimoni di Geova.

Di grande interesse anche il ricordo – in realtà quasi sempre taciuto – della deportazione di più di quattrocento detenuti dal carcere di Sulmona verso i campi di concentramento nazisti avvenuta nell’ottobre del 1943. Tra loro vi erano partigiani slavi, detenuti politici, detenuti comuni italiani e addirittura dei ragazzini abruzzesi che avevano aiutato degli ebrei a nascondersi dai rastrellamenti. Buona parte di questi deportati non avrebbe più fatto ritorno a casa.? Si è posto risalto anche al fatto che nella provincia di L’Aquila erano stati internati più di duecento ebrei, a ulteriore dimostrazione – semmai ve ne fosse ancora bisogno – che questa immane tragedia ci riguarda davvero tutti da vicino.
Ricordare non è mai banale. Ad essere banale è la facilità con la quale si può dimenticare.