GIULIANOVA –  “Una situazione indegna che non tiene nel minimo conto e rispetto la par condicio elettorale, per la quale ogni candidato – piaccia o non piaccia – ha il diritto di far sapere alla popolazione abruzzese come intenda affrontare i problemi della nostra terra”. A segnalare la sospensione dei diritti democratici per CasaPound è Stefano Flajani, candidato alla Presidenza della Regione nelle elezioni del prossimo 10 Febbraio.

“Nei passati giorni abbiamo più volte rimarcato l’assurdità del tenere fuori dal dibattito gli esponenti di una delle forze politiche in lizza, l’unica che tra l’altro ha dovuto – nel pieno rispetto delle regole imposte dalla proibitiva legge elettorale abruzzese – raccogliere circa 6400 firme per potersi presentare agli elettori con il proprio programma. Eppure si è scelto deliberatamente di ignorarci, di tenerci fuori dal dibattito democratico. L’episodio di sabato 26 al Kursaal di Giulianova – continua Flajani – è l’ultimo ma di certo non l’unico esempio di come certi signori intendano la democrazia: basti pensare che alcuni giornali evitano di citarci nei sondaggi, omettono i nomi dei nostri candidati, diffondo fac-simile di schede elettorali dove sono indicati i nomi di tutti gli altri candidati, tranne il mio: è così che intendono informare e rispettare le migliaia di cittadini abruzzesi che con la loro firma hanno voluto ci presentassimo alle elezioni?”

“Preso atto di ciò, noi di CasaPound abbiamo deciso di presentarci all’assemblea pubblica del Kursaal per richiamare l’attenzione degli altri candidati presenti, Marcozzi e Legnini, sul caso della famiglia Marinucci, che il giorno 27 Gennaio ha visto scadere i termini per l’alloggio presso il residence che li ha ospitati finora. Visto che non ci è stato concesso di dire la nostra sul tema dell’ospedale costiero, abbiamo almeno cercato di far prendere un impegno nei confronti di questa famiglia che vive perennemente in una situazione sospesa e senza alcuna garanzia per il futuro. Quel che è successo dopo lo mostrano i video: meno di una decina di scalmanati, evidentemente bisognosi di richiamare l’attenzione su di sè, hanno cominciato ad inveire, gridare, invitare tutti ad abbandonare la sala – ovviamente inascoltati – mentre dal fondo della sala altri cittadini invitavano come giusto a lasciarci parlare. Durante tutto ciò gli organizzatori hanno più volte provato a togliermi la parola, ed infine hanno addirittura staccato il microfono. Non possiamo accettare – prosegue Flajani – che sulla famiglia Marinucci cali il silenzio, e per questo abbiamo provveduto ad inviare direttamente agli altri candidati alla Presidenza una formale richiesta di interessamento al loro caso”.

“Una situazione veramente indecorosa – conclude Flajani – dove invece di affrontare i reali problemi dei cittadini si sproloquia sul nulla, prendendoli in giro: sul tema dell’ospedale costiero quale valore possono avere le parole di chi è espressione della classe politica – tutta ovviamente ricandidata – che ha causato il disastro, o di chi come la Marcozzi o Marsilio sono esponenti dei due partiti di governo che se solo volessero potrebbero immediatamente risolvere la questione? I cittadini abruzzesi non meritano un simile trattamento e oggi come non mai la scelta giusta è CasaPound”