TERAMO – Il Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo ritiene che non vi siano più ragioni oggettive per cui l’Hospice dell’ospedale teramano non debba rientrare nella sua struttura originaria. L’Hospice, finanziato con contributi pubblici e privati, era collocato al secondo piano del terzo lotto del Mazzini, ma in conseguenza del Covid 19, la struttura è stata di recente trasferita nei locali della chirurgia vascolare (1° lotto).

“Invece – si legge in una nota del Coordinamento – corre voce che la struttura,  possa essere trasferito in Contrada Casalena, un luogo che, a parere dei più, non è idoneo alle funzioni dell’Hospice, per molteplici ragioni, non ultima la presenza del SERD adiacente. La distanza del Mazzini da contrada Casalena è sicuramente la motivazione più importante affinché la struttura in discussione non debba trovare collocazione in suddetto luogo, in considerazione che i malati terminali hanno bisogno di ricorrenti analisi diagnostiche, disponibili solo nel nosocomio principale ed un trasporto in ambulanza apparirebbe difficilmente gestibile”.

L’art.1 del Dpcm 20/01/2020, informa il Coordinamento, così recita: ”in ogni caso la localizzazione dovrà avvenire in zona urbana o urbanizzata, protetta dal rumore cittadino e con buoni collegamenti con il contesto urbano, in modo da favorire un’agevole accessibilità da parte dei familiari e dei parenti…”. Quindi nella scelta del luogo dove realizzare un Hospice, sostiene il Coordinamento, bisogna considerare anche altri requisiti quali la distanza dalla città, da altre strutture sanitarie di cura, dalla gestione della possibilità di cura del paziente a domicilio.

“Pertanto – conclude il Coordinamento – non è collocando fuori città la struttura che si aiutano le famiglie ed i pazienti a superare i momenti particolarmente delicati e complicati; anzi, si mettono entrambi ancora più in difficoltà”. E si chiede, quindi, “uno specifico intervento da parte delle competenti autorità sanitarie, ivi compreso il sindaco della città capoluogo, affinché non sia leso un importante servizio che, nella propria attività di cura di pazienti fragili, sta dimostrando competenza e professionalità”.