Riceviamo e pubblichiamo

È la prima volta che scrivo una lettera ad un vero fuoriclasse… Non so neppure come iniziare, ma ci provo.

Caro Maurizio Simonato, non nego d’essere pervaso da una forte emozione, nel momento peggiore della nostra esistenza. Ho così tanto stimato la tua persona e la tua professionalità, che al solo pensiero d’essere stato uno dei tuoi tanti compagni di squadra, mi fa rabbrividire.

Il tocco di palla, la freddezza nell’area avversaria, le furbizie ed intelligenze tattiche, la tecnica sopraffina e la personalità… è bene che chi non ti ha conosciuto sappia che la classe era insita in te, e per me eri un modello anche quando fumavi la sigaretta del post-pranzo.

Cercavo di imitarti, ti guardavo nello spogliatoio anche quando “ingrassavi” le scarpe da gioco o quando le calzavi ed allacciavi, e ricordo ancora quando mormoravi nelle mie orecchie, con dolcezza ma con autorevolezza e sempre con il sorriso sulle labbra… “morbido!” oppure “calcia quel rigore se avverti in te una forte emozione!“.

Ricordo tutto, di te, Maurizio.

Anche nel tempo sei rimasto, per me, un punto di riferimento costante, allora in campo ed oggi fuori. Ricordi quando mi dicesti: “Pompatorio – così mi chiamavi -, credo che tu ti sia innamorato di quella bella ragazza che vediamo ogni giorno, all’uscita da scuola“.

Avevi indovinato anche allora “l’angolino giusto”, perchè è diventata mia moglie…

Grazie Simo; io so di poter dire, anche dopo 40 anni, che sei tu, il calcio.

Un abbraccio forte ed affettuoso; non ti dimenticherò mai.

Vittorio Pompa

(foto – Gazzetta Rossoblù)