TERAMO – Il richiamo arrivato dall’Anac al Comune di Teramo guidato dal sindaco D’Alberto non è che l’ultima goccia caduta in ordine di tempo. Una goccia utile a far traboccare il vaso e a far capire come l’amministrazione in questi quasi cinque anni abbia continuato a presentarsi ai cittadini in maniera esattamente opposta a quello che invece si è dimostrata essere nella sostanza. Perché quando un’amministrazione perde la credibilità e la fiducia dei cittadini – che sono gli arbitri ultimi a decretarne le sorti – non restano che le dimissioni. Dimissioni che, a questo punto, chiedo con forza. Quello che è emerso dalla verifica effettuata dall’Anac ci dice anche che il Sindaco e il suo esecutivo durante questo mandato hanno abusato nella loro comunicazione di parole come “trasparenza”, “cambiamento”, “rinnovamento”, “partecipazione” o nella migliore delle ipotesi ne hanno fatto un uso improprio. Un esempio su tutti: come si può parlare di autentica “partecipazione” quando con i cittadini si condividono solo situazioni positive tipo l’arrivo dei fondi del Pnrr che in questi anni hanno graziato l’attività politico amministrativa del Comune, mentre non si condividono le situazioni di criticità? Questa che viene sbandierata dall’esecutivo D’Alberto è una partecipazione farlocca alla quale sarebbe preferibile perfino una mancata partecipazione – là dove non vi fosse – perché meno scorretta verso i cittadini. Non sfugge la credibilità, oramai a livello zero, della comunicazione adottata dall’amministrazione che – impegnata a cercare di mitigare le criticità che incontra – finisce poi per consegnare una lunga serie di figuracce. Un esempio su tutti, quello che è successo con la questione relativa allo stadio segnata da una evidente incapacità amministrativa e da una mancata trasparenza che, alla fine di tutto, vede però la squadra cittadina giocare a Montorio. O, nel caso questo esempio non fosse ancora sufficiente, dopo le aspre critiche rivolte alle passate amministrazioni si è assistito ora a una serie imbarazzante di contributi a pioggia elargiti senza parametri e senza criteri o impiegati in una comunicazione smisurata mentre mancano i soldi per le attività di potature e di sfalcio, penalizzando così l’attività dell’assessore Di Bonaventura che potrebbe assicurare ben altro tipo di servizio per la collettività. Risibile poi il tentativo da parte del sindaco D’Alberto e della sua maggioranza di ribaltare le contestazioni arrivate dall’Anac sulle annualità precedenti in un imbarazzante scaricabarile mentre la delibera dell’Autorità parla con estrema chiarezza anche attraverso i puntuali riferimenti ai singoli appalti e alle relative date, per cui non ci si può sbagliare. Tutto questo non può però essere riconvertito ora nel tentativo maldestro di farne una battaglia politica che distolga l’attenzione dei cittadini, tanto più nella consapevolezza che l’Anac è un organismo autonomo che si occupa di fatti e non di chiacchiere. In ogni caso una contestazione grave che non può non preoccupare, ma i teramani lo hanno compreso e la prova provata sta nel diffuso malcontento che c’è in città.

 

Mario Cozzi
Consigliere comunale Forza Italia