ROMA – Gli italiani hanno speso circa 1,8 miliardi di euro per i cibi e le bevande consumati tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale, con un calo del 31% rispetto allo scorso anno a causa delle restrizioni imposte dalle misure anti Covid e della crisi economica legata alla pandemia. E’ questo il bilancio stimato da Coldiretti/Ixe’ dal quale emerge anche l’addio alle grandi tavolate del passato a causa del lockdown e dell’ingresso del Paese in zona rossa. Sono infatti in media 4 le persone che – sottolinea la Coldiretti – si sono sedute insieme a tavola per le feste, piu’ che e dimezzate rispetto allo scorso anno quando in media si contavano 9 commensali.

La maggioranza delle tavole sono state imbandite con menu a base di prodotti o ingredienti nazionali con una spesa stimata – continua la Coldiretti – in 650 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 370 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 190 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 370 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca, 130 per pasta e pane e 120 milioni di euro per formaggi e uova. Si tratta di valori che sono scesi al minimo del decennio ma tra i record negativi c’e’ anche la presenza quest’anno in Italia secondo la Coldiretti di oltre 4 milioni di poveri che nelle feste di Natale sono costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari a causa della crisi economica legata al Covid. Proprio per aiutare a combattere le nuove poverta’ e offrire ai piu’ bisognosi un Natale sereno la Coldiretti ha promosso quest’anno la “Spesa sospesa del contadino” nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica e negli agriturismi. Tutti i cittadini che fanno la spesa nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica diffusi lungo la Penisola possono decidere di donare cibo e bevande alle famiglie piu’ bisognose sul modello dell’usanza campana del “caffe’ sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffe’ per il cliente che verra’ dopo. In questo caso si tratta pero’ di prodotti enogastronomici di qualita’ e a km zero che gli agricoltori di Campagna Amica consegnano gratuitamente alle famiglie bisognose sul territorio italiano e resi disponibili anche grazie al contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che ha deciso di rinunciare a propri compensi straordinari a favore della piu’ grande operazione di solidarieta’ mai realizzata dagli agricoltori italiani. LA SPESA PER IL NATALE IN MILIONI DI EURO Pesce, carne, ragu’ e salumi, ecc. 650. Spumante, vino e altre bevande 370. Dolci, panettone, pandoro 190. Frutta, ortaggi e conserve 370. Pasta e pane 130. Formaggi e uova 120. – Totale 1.800.

Quest’anno la quasi totalita’ degli italiani (94%) e’ restata a casa anche se alcuni – continua la Coldiretti – hanno colto l’opportunita’ delle deroghe prevista per la zona rossa per far visita nella propria abitazione fino a due persone non conviventi con eventualmente i propri figli minori di 14 anni e anche con le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. L’addio alle tradizionali tavolate imposto dalle limitazioni legate all’emergenza Coronavirus ha avuto effetto anche sulla preparazione dei pasti, con una media di 2,5 ore trascorse in cucina per realizzare i vari piatti, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, in netto calo rispetto alle 3,8 ore dello scorso anno a causa, con il taglio di una portata su tre rispetto ai lunghi pranzi del passato. Se nel menu della vigilia – continua la Coldiretti – e’ stato servito soprattutto il pesce presente in 8 tavole su 10 (78%), a Natale ha prevalso la carne e vincono bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche e i dolci fatti in casa. Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per otto italiani su dieci (81%) anche se preceduto dalla frutta locale di stagione (90%), mentre il panettone con il 78% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 75% ma entrambi consumati spesso in abbinamento a dolci locali che vengono fatti in casa in oltre la meta’ delle famiglie (52%) – AGI –