TERAMO – Continua la mattanza in una comunità distratta. Ancora una morte bianca a Teramo. La vita di un operaio ventisettenne, spezzata nel pieno del proprio dovere, portata via da cause al momento da verificare. Ennesima vittima e ennesima occasione in cui si torna a parlare di ” Sfortuna” o di ” Tragica fatalità” continuando così in quella che appare una intellettuale rassegnazione, alla morte bianca. Sarà forse una maniera per non porsi troppe domande? Per non giudicarsi, prima di giudicare?
Per non urtare la sociale suscettibilità di un popolo ormai assuefatto a tale mattanza?
Bisogna dirlo, magari urlarlo una volta per tutte, non è mai la sfortuna, non è mai la fatalità a causare le morti bianche, all’ origine di esse, purtroppo, c’è sempre una mancanza, sia essa di strumenti o dispositivi di protezione, sia essa di formazione o sia essa di piena coscienza dei rischi che si corrono.
Piangiamo dunque l’ ennesima vittima, ma per favore smettiamo di catalogarla sotto la solita voce ” Destino avverso”. Vogliamo vincere questa guerra? Iniziamo a chiederci, tutti nessuno escluso, cosa posso fare? Dove sbaglio? La classe Operaia non andrà mai in Paradiso sino a quando ci sarà questa riluttanza nell’affrontare seriamente la questione. È già cominciata la campagna elettorale per la Regione Abruzzo. Ora chiedete ai candidati cosa intendono fare di serio per combattere questo stillicidio.Altrimenti invece del voto raccomandateli per un posto in fabbrica. Ora i funerali di Stato fateli a questo innocente.
Marco Boccanera unitamente al Direttivo Territoriale Fim-Cisl.