ROCCARASO (AQ) – Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, chiudendo i lavori degli Stati generali della montagna. “Se un comune di di montagna, uno dei tanti splendidi borghi anche oggi ricordati dal Presidente Mattarella, non ha per ragioni di bilancio sanitario, un’ambulanza o sempre disponibile o immediati sistemi di intervento e prevenzione è una sconfitta per lo Stato. Non di chi vive qui in montagna ma una sconfitta di tutti gli altri italiani che hanno questi servizi in città ma non hanno fatto abbastanza per garantire gli stessi livelli dei servizi. È un nostro dovere garntire che l’ambulanza che oggi non c’è a Roccaspinalveti così come ha denunciato durante gli Stati generali la Sindaca Claudia Fiore, diventi un impegno di tutti noi. Resta ferma per settimane come dice qualcuno? Pazienza, va bene così. Questo vuol dire investire in prevenzione; prevenzione territoriale che deve essere pubblica e capillare. È il principio che abbiamo toccato con mano con le terapie intensive durante l’emergenza Covid-19. Adesso le terapie intensive sono vuote? Pazienza, ma sappiamo che se dovessero servire noi siamo pronti e siamo più forti di prima“. Prosegue: “I servizi sono il cuore delle aree di montagna e vanno garantiti ovunque per ridurre lo spopolamento e per frenare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Oggi il Parlamento ha l’occasione di definire dopo 20 anni i livelli essenziali delle prestazioni su sanità, organizzazione della scuola, trasporto pubblico locale, assistenza. I Lep su queste 4 materie vanno sganciati dalle materie che si possono decentrare velocemente sul piano amministrative con il disegno di legge quadro sull’autonomia differenziata; vanno definiti i livelli dei servizi una volta per tutte in maniera chiara e trasparente e lo Stato poi pagherà, come è giusto che sia, il conto nei confronti delle aree più deboli. Il Recovery Fund ci mette a disposizione risorse che devono ridurre le diseguaglianze, tocca a noi decidere da dove partire con le infrastrutture, con la banda ultralarga, con gli investimenti: le aree interne, le aree di montagna, le valli, le aree a rischio spopolamento al nord come al sud sono la priorità; così come tutto il mezzogiorno rispetto alle aree più sviluppate. Sulle materie non Lep andremo avanti celermente con il decentramento amministrativo. Linee guida chiare da parte dello Stato e autonomia a Regioni e sindaci, io mi fido di voi, siete autorevoli articolazioni dello Stato e meritate la massima fiducia, questa è la leale collaborazione che ci ricorda la nostra Costituzione“.

ROCCARASO (AQ) – Si è chiusa con i tavoli di lavoro su digitalizzazione, sostenibilità e green economy la prima giornata degli Stati generali della montagna in corso a Roccaraso.
Un confronto serrato con alcuni dei protagonisti della vita istituzionale e sociale della montagna italiana, con chi la montagna la vive ogni giorno; la ministra dell’innovazione Pisano e Uncem hanno firmato il protocollo sulla digitalizzazione delle aree montane; e poi i rettori delle università di Abruzzo e Molise, i rappresentanti delle imprese e delle istituzioni, a partire dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, e il commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini.
Il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, e il consigliere del governo per la montagna, Enrico Borghi, il presidente del comitato Fondi comuni confinanti, Roger De Menech hanno messo nero su bianco esigenze e priorità.
L’emergenza Covid-19 – ha detto il ministro Boccia – ci ha chiarito ancora una volta che alcuni diritti universali non sono negoziabili ma vengono prima dei vincoli di bilancio e lo Stato deve garantirli a tutti: salute e scuola su tutti. Reti, fibra, scuola, trasporti, punti nascita in montagna o nelle aree interne, non possono essere condizionati da un vincolo di bilancio o da un algoritmo. Tocca poi allo Stato garantire i livelli essenziali delle prestazioni e la classe politica ha il dovere di trovare le risorse ma tutelando sempre prioritariamente quelle per garantire i diritti universali“.
Stiamo cercando – ha aggiunto la ministra Pisanodi dare impulso alla fibra nei nostri territori, non è un progetto facile, è un progetto ambizioso che va portato avanti. Con il Covid abbiamo visto che se c’erano delle aree dove non c’era connettività c’erano dei bambini che non potevano studiare e persone che non potevano lavorare e questo lo Stato non lo può permettere. Su 7 mila comuni ci stiamo occupando della banda larga di cui 3 mila circa sono montani in quelle aree ‘bianche’ dove non arriva la banda ultralarga, aree a fallimento di mercato, dove è giusto che lo Stato investa in queste aree“.

Oggi la seconda giornata; previsti gli interventi del ministro per il Sud, Peppe Provenzano, dell’Ad di Tim, Luigi Gubitosi, e di numerosi rappresentanti dei comuni montani. Chiuderà i lavori il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.