25 Aprile Abruzzo Progressista: lettera aperta a Schlein e a Bonaccini

Una coalizione progressista esige una visione condivisa, un contenuto programmatico chiaro

2025-12-12T14:13:00+01:00 - La Redazione

25 Aprile Abruzzo Progressista: lettera aperta a Schlein e a Bonaccini

Lettera aperta

a Elly Schlein, Segretaria nazionale del Partito Democratico

a Stefano Bonaccini, Presidente nazionale del Partito Democratico

p.c. a Daniele Marinelli, Segretario regionale del Partito Democratico Abruzzo

ai Parlamentari abruzzesi del Partito Democratico

Luciano D’Alfonso

Michele Fina

 

Care e cari,

l’Assemblea nazionale di domenica 14 rappresenta un tornante decisivo: il luogo in cui raccogliere i frutti del lavoro politico svolto in questi anni, a partire dall’elezione di Elly Schlein a Segretaria nazionale, e insieme l’occasione per rilanciare la nostra iniziativa al fine di sfidare la destra per il governo del Paese.

A questa segreteria vanno riconosciuti meriti non formali: aver riportato il Partito Democratico in sintonia con il proprio popolo, con le sofferenze materiali e civili del Paese, con le domande di giustizia sociale e ambientale rimaste troppo a lungo latenti; aver posto le basi di una coalizione alternativa al blocco delle destre. Per tutto ciò, la candidatura naturale del Pd alla premiership non può che essere quella di Elly Schlein.

Ma la somma delle forze politiche non basta. Una coalizione progressista esige una visione condivisa, un contenuto programmatico chiaro. Per questo il Pd deve partire da sé stesso, dalla definizione del proprio orizzonte culturale e programmatico: solo così l’unità — necessaria — può camminare insieme con la nettezza delle scelte.

Occorre un Congresso programmatico, non sui nomi ma sui contenuti, o in alternativa un’Assemblea programmatica, preceduta da assemblee di circolo e provinciali, dando agli iscritti la possibilità di votare ed emendare la piattaforma programmatica.

Indichiamo alcune priorità che riteniamo decisive:

1. Un patriottismo democratico europeo.

Dire no alla corsa nazionalistica al riarmo e sì a una difesa comune europea, a una politica comune per la pace e la sicurezza, e al rafforzamento del carattere federale dell’Unione, impegnandosi per una pace equilibrata e duratura in Ucraina e in Medio Oriente, nel rispetto del diritto all’autodeterminazione dei popoli — a partire da quello ucraino e da quello palestinese — e, per la vicenda israelo-palestinese, del principio «due popoli, due Stati».

2. La lotta alle diseguaglianze.

Servono strumenti redistributivi radicali: un’eredità universale per le giovani generazioni; un sistema fortemente progressivo di tassazione dei redditi, dei patrimoni e delle successioni.

3. Giustizia climatica e partecipazione dei cittadini.

Una transizione ecologica giusta che assuma la giustizia climatica come criterio di redistribuzione tra generazioni, territori e ceti sociali, fondata su una partecipazione attiva e informata dei cittadini alle scelte energetiche, urbane e industriali.

4. La democrazia economica.

Attuare finalmente l’articolo 46 della Costituzione sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese; varare una nuova legge sulla rappresentanza sindacale.

5. La dignità del lavoro.

Il salario minimo è solo l’inizio: serve regolamentare i subappalti introducendo piena responsabilità solidale delle imprese; contrastare l’inflazione restituendo il drenaggio fiscale; istituire fondi salariali per riequilibrare il rapporto tra profitti, salari e investimenti.

6. Una politica razionale e inclusiva sull’immigrazione.

Superare radicalmente la legge Bossi-Fini; respingere ogni deriva securitaria; costruire una politica della sicurezza fondata sulla qualità della vita urbana, sul rilancio delle aree interne, sulla ricostruzione delle reti sociali e sul protagonismo del terzo settore.

7. La lotta a ogni forma di razzismo e discriminazione.

Il contrasto dell’antisemitismo, secondo i parametri europei, è per il Pd un valore assoluto. Nessuna confusione è possibile: la condanna del governo Netanyahu non implica né può implicare la colpevolizzazione del popolo israeliano nel suo insieme o delle comunità ebraiche.

8. La lotta alle diseguaglianze di genere.

Occorre una politica che contrasti i divari persistenti nell’accesso al lavoro, nelle retribuzioni, nella rappresentanza politica e nella distribuzione del tempo di cura, attraverso un nuovo Welfare universalistico che investa in servizi pubblici, autonomia economica delle donne e condivisione sociale del lavoro di cura.

Queste priorità costituiscono, insieme con altre che potranno essere individuate nel dibattito del partito, il nucleo di una visione capace di unire giustizia sociale, democrazia sostanziale e prospettiva europea: la sola base credibile per proporci alla guida del Paese.

Con rispetto e determinazione, chiediamo all’Assemblea nazionale di assumere questo passaggio come un atto collettivo di responsabilità e di futuro. Il tempo della timidezza è trascorso: è l’ora della chiarezza, e il Pd deve esserne il motore.

 

Associazione 25 Aprile Abruzzo progressista