Lo avevamo più volte chiesto e sollecitato ed ora sembrerebbe arrivata la conferma. La Regione Abruzzo avrebbe accettato l’invito avanzato dalla UIL PA polizia penitenziaria Abruzzo circa la sottoposizione a test sierologici e tamponi dei baschi blu operanti nei penitenziari abruzzesi.

-Ad affermarlo è il segretario generale della UIL PA polizia penitenziaria Abruzzo Ruggero Di Giovanni-

Sarebbe in programma,infatti, una serie di interventi di prevenzione a mezzo esecuzione di esami e/o test diagnostici  che  riguarderebbe tutto il comparto degli operatori penitenziari.

Questa decisione mette tutti d’accordo sul fatto che tenere sotto controllo la situazione di chi in carcere vi accede in virtù della propria professione è di fondamentale importanza per evitare che si accendano focolai in un ambiente estremamente delicato.

-Sottolinea Di Giovanni-

Si eviterebbe così, come già accaduto in un penitenziario abruzzese,  che

un detenuto risultato positivo al covid venga il giorno dopo inviato ai domiciliari senza per altro sottoporre a tampone i lavoratori che sono venuti a contatto con lo stesso.

Così facendo, inoltre, si metterebbe fine ad una sperequazione di trattamento tra personale sanitario e il resto degli operatori penitenziari.

Capita, infatti, che gli infermieri,  pur avendo a che fare con i detenuti per soli 10-15 minuti al giorno (e nemmeno tutti i giorni) lavorando a fianco a fianco con polizia penitenziaria, effettuano tamponi con una certa regolarità (in provincia di Chieti ogni 21 giorni) mentre i poliziotti una sola volta dall’inizio della pandemia.

-Continua il segretario generale regionale-

Ora sembra che qualcosa grazie alle continue richieste avanzate dalla UIL PA polizia penitenziaria abruzzese stia cambiando e, stante quanto sarebbe stato deciso in sede di Regione, anche per i baschi blu abruzzesi varrà la regola del controllo sanitario continuo, conclude Di Giovanni.