TERAMO – E’ il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, questa mattina, ad annunciare i nuovi casi positivi in città.

Confermato anche il decesso di ieri (Coronavirus, 76 nuovi casi positivi per un totale di 663: 38 i morti tra cui un uomo di Teramo) del primo teramano: si tratta di Fiorangelo Befacchia, fratello dell’ex Preside Lino Befacchia, morto nell’Ospedale di Atri.

Da una non semplice ricostruzione degli ultimi dati forniti dalla ASL fino alla serata di ieri – scrive il Primo cittadino -, come avevamo preannunciato e come immaginavamo, con la comunicazione dell’esito dei nuovi tamponi il numero dei casi positivi nel territorio cittadino sarebbe pari, complessivamente a quindici, sebbene ad oggi abbiamo avuto comunicazione verbale solo di undici persone. Ciò non è ovviamente ammissibile.

Degli altri, al momento, il Comune non è a conoscenza di nominativi. ma già nella giornata di oggi ne pretenderemo i dati ed i riferimenti.

Dei quindici casi positivi, undici risultano attualmente in isolamento domiciliare, stanno bene e il servizio di prevenzione della ASL, che ringrazio, ha riferito di aver mappato e tracciato i contatti: la situazione è monitorata e sotto controllo.

Purtroppo la giornata di ieri ha visto la scomparsa del primo teramano ufficialmente contagiato dal virus. Si tratta di un uomo ricoverato ad Atri ed affetto anche da altre importanti patologie.

Alla famiglia va l’abbraccio fortissimo e accorato di tutta la nostra comunità. Vi siamo vicini.

Gli altri tre pazienti risultano attualmente ricoverati nei presidi ospedalieri di Atri e Teramo.

La situazione è ancora in evoluzione, in senso negativo, e con ogni probabilità, visto l’aumento dei tamponi effettuati, per qualche giorno potremmo avere ulteriori incrementi di casi positivi acclarati.
Continueremo a pretendere, insieme a tutti gli altri sindaci, che le comunicazioni vengano effettuate in modo tempestivo, certo, esaustivo e completo, perché finora il meccanismo di trasmissione dei dati assolutamente e gravemente non ha funzionato.

Siamo nella fase più difficile in cui dobbiamo incrementare i sacrifici, continuare a restare a casa e rispettare le stringenti prescrizioni e le misure adottate dal governo, dalla regione e dal comune. Sebbene la situazione sanitaria sia ancora sotto controllo non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia. E soprattutto dobbiamo preservare i nostri ospedali e proteggere il nostro personale sanitario“.