TERAMO – Nessuno affermerà mai che la differenza di valori in campo, in alcuni frangenti della gara, non si sia vista, soprattutto nel finale del primo tempo e ad inizio ripresa, ma che il Teramo sia uscito sconfitto senza demeritare affatto, anzi senza meritarlo proprio, è certo.

Basta dire che in tutto il secondo tempo i canarini di Tesser hanno realizzato solo il rigore del 2-1 dopo dieci minuti (fallo di Soprano su Oukadda in mischia) e poi, se si eccettua una conclusione in pieno recupero che ha chiamato in causa Perucchini, non si sono mai visti in zona goal. L’undici di Guidi è sempre più squadra col passare del tempo ed ha avuto due nitide occasioni da rete per il 2-2: prima con Malotti che ha calciato a botta sicura al 16°, con Gagno che si è letteralmente superato, e poi con Soprano di testa, al 18°, con la sfera che ha fatto la barba alla trasversale della porta modenese, dove l’estremo difensore avversario non sarebbe mai potuto arrivare.

Inizialmente il tecnico biancorosso aveva riproposto l’oramai collaudata difesa a tre (turno di riposo per Iacoponi) con Bouah e Hadziosmanovic esterni di mediana ai fianchi di Arrigoni e di Rossetti e con il tandem d’attacco composto da Bernardotto-D’Andrea supportati da Malotti. Il calcio di rigore trasformato da Arrigoni in avvio, dopo sei minuti, con il quale i biancorossi passavano in vantaggio (atterramento da dietro su D’Andrea), incanalava la partita così come si poteva solo sognare. Col passare dei minuti la capolista, che non ha 68 punti per caso con 21 vittorie e 5 pareggi (2 sole le sconfitte), guadagnava metri in campo, prima di pervenire al meritato pari con Tremolada al 46°, ad una manciata di secondi dall’intervallo, con una gran conclusione a mezza altezza, dalla distanza. In precedenza, dopo appena un quarto d’ora, il Teramo aveva perso Bouah per un risentimento muscolare, probabilmente serio, e l’ingresso di Mordini, con lo spostamento a destra di Hadziosmanovic, agevolava la crescita dei canarini che sfioravano il pari con Minesso al 31° (grande intervento di Perucchini), con Tremolada al 34° e con Armellino, pur subendo la veemenza e l’ordine tattico biancorossi che, sempre sull’1-0, erano andati pericolosamente al tiro con Malotti, due volte, nello spazio di tre minuti.

Ad inizio ripresa, fino al rigore, l’equilibrio era stagnante, anche se la capolista gestiva bene il possesso di palla: D’Andrea, al 5° girava sul fondo un cross di Mordini, ma subito dopo arrivava il rigore dell’1-2, già raccontato, così come la reazione teramana, a coronamento di una prestazione che rimane comunque positiva.

Peccato, perché il pareggio ci stava e sarebbe stato un punto di platino se… domenica si batterà il Grosseto. Quella posta in palio, la prossima, rimarrà oro colato se fatta propria, a prescindere dall’1-2 odierno.

Dulcis in fundo, l’arbitro: si chiama Luigi Carella e viene da Bari. Ha concesso giustamente due rigori equamente ripartiti, ma ha diretto come si conviene se sei chiamato a dirigere la prima della classe. Un paio di esempi? L’azione che porta alla rete dell’1-1 ospite, nasce da una punizione con palla in movimento, cosa giustamente non permessa al Teramo in almeno altre due circostanze. I falli fischiati non hanno mai avuto lo stesso metro di valutazione e non a vantaggio dei padroni di casa. La chicca finale è stata quella di non aver fatto battere il corner arrivato allo scadere dei 4 di recupero, ma dopo che il Modena ne aveva persi un paio per battere una punizione inesistente davanti alla panchina di Guidi, che ha rischiato l’espulsione per le veementi ma giuste proteste.

Si deve voltare pagina; tirare comunque un sospiro di sollievo e concedere ai biancorossi un grande applauso, cosa che la mitica Curva, e con essa l’intero stadio, hanno già fatto.