L’AQUILA – Solo due giorni fa il Soccorso Alpino abruzzese è dovuto intervenire a pochi metri dalla vetta di Corno Grande, sul versante aquilano del Gran Sasso, per aiutare due alpinisti marchigiani, che dopo essere saliti per la via denominata Direttissima, sono stati sorpresi dal maltempo e hanno deciso di lanciare l’allarme. Viste le condizioni climatiche di questi giorni non stupisce la richiesta, che si inserisce in una clamorosa stagione di lavoro per il Cnsas che probabilmente segna una svolta nel rapporto con la montagna appenninica: perchè rispetto al 2018 l’aumento degli interventi in Abruzzo è stato del 25% nel periodo luglio-agosto e del 10% a settembre-ottobre. Si tratta quindi di un aumento complessivo del 35%. Secondo i dati forniti dallo stesso Soccorso alpino gli interventi sono schizzati in alto soprattutto per le voci che riguardano cadute e malori: il 50%, ma non mancano neanche voci relative a perdita di orientamento, incapacità a seguire percorsi e sentieri, cadute varie. In termini strettamente numerici nei 4 mesi gli interventi sono stati 75 a luglio-agosto e 38 nel periodo settembre-21 novembre: che fa un totale di 2 persone al giorno nel primo periodo e di una ogni due nel secondo. Mai successo negli anni precedenti. I fattori che hanno prodotto questa crescita esponenziale del soccorso e del pericolo sono molteplici, ma come afferma il presidente del Cai dell’Aquila Vincenzo Brancadoro ”il caldo fa da contorno ad un fenomeno culturale: l’80% della gente che sale in montagna è impreparato, l’aumento del flusso e delle presenze sugli Appennini nel periodo estivo non va di pari passo con la qualità. E la montagna, si sa, non perdona” – ANSA –