L’Ambasciata di Germania in Italia omaggia la storia del teramano Giovanni Paolone
L’ex soldato ed ex deportato IMI, nativo di Cermignano, oggi è residente a Penna Sant’Andrea
GIULIANOVA – Mentre nell’Aula della Camera è stata votata all’unanimità (19 settembre 2024), con 256 sì, all’istituzione del 20 settembre quale giornata degli internati militari italiani nei campi di concentramento tedeschi, l’Ambasciata di Germania in Italia ha dedicato un post sui social alla vicenda dell’ex soldato ed ex deportato Giovanni Paolone. L’ex deportato, grazie al lavoro del ricercatore storico Walter De Berardinis, ha ricevuto la Medaglia d’onore di bronzo per l’internamento e l’incontro, nel 2023, con il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Oggi Paolone, nativo di Cermignano, all’età di 102 anni, vive serenamente insieme al figlio Domenico in Contrada Castellaro di Penna Sant’Andrea. L’omaggio dell’Ambasciata tedesca chiude il cerchio ad altri encomi ricevuti da Paolone: il Diploma della Libertà (1943-45), delle due campagne di guerra (1940-43 e 1943-45), l’attestato di conferimento della Croce di Guerra e la Medaglia d’Onore per la deportazione nei lager nazisti (27 gennaio 2023). La stessa Ambasciata, il 19 aprile scorso, sempre attraverso un post, aveva menzionato De Berardinis per le importanti ricerche sugli IMI teramani.
Scheda di Giovanni Paolone. Nato a Cermignano il 24 giugno 1922. Il 2 febbraio 1942, dopo che aveva già tre fratelli (erano 7 figli) al fronte, parte in guerra con il 73° reggimento fanteria “Lombardia” a Trieste e successivamente, dopo aver frequentato il corso di armaiolo, viene distaccato al 52° reggimento fanteria nell’area al confine orientale con il CLVII battaglione mitraglieri “Novara” – 2° Divisione di fanteria “Sforzesca” (dislocata in Venezia Giulia nella zona tra Divaccia, Fola, Sesana, Villa del Nevoso lungo la linea di confine italo-jugoslavo). Dopo le vicende dell’8 settembre 1943, viene catturato dai tedeschi a Trieste e internato nello Stammlager II-D a Stargard, in Pomerania in territorio polacco vicino alla città di Stettino. Durante la sua prigionia, con il numero 101-306, condivisa anche con canadesi e americani, lavorò nei campi e fabbriche tedesche. La salvezza arrivò l’11 aprile 1945, quando gli alleati aprirono i cancelli del lager e fu rimpatriato solo nell’estate dello stesso anno. Aveva passato due anni in un lager nazista. Nel 2022 l’incontro fortuito con Walter De Berardinis che si è attivato per le relative onorificenze e riconoscimenti istituzionali nazionali.