TERAMO – La dipendenza dal gioco d’azzardo è una vera e propria piaga sociale in Abruzzo. Numeri sconfortanti anche a Teramo dove arrivano tante richieste di aiuto. Tutto questo ha indotto un gruppo composto da giovani professionisti, ma anche da ex utenti, ovvero ex ludopatici, a creare un’associazione che si occupi del problema. Nasce così nel marzo scorso Resalio APS (prima sul territorio teramano), un’associazione di promozione sociale, risultato naturale di un lavoro, dove sono confluite  le esperienze di utenti, dei loro familiari e degli psicologi che hanno affiancato il lavoro effettuato all’interno del Ser.D (ex Sert) dell Asl di Teramo a Contrada Casalena. Qui in questi ultimi anni sono cresciute le domande di aiuto, e proprio sulla scia delle tante richieste, le quali non sempre si riescono ad accogliere, soprattutto in tempi brevi, si va ad inserire il lavoro dell’Associazione Resalio.

I dati sicuramente sono preoccupanti:  l’Abruzzo detiene la maglia nera nella classifica delle regioni italiane dove si pratica il gioco d’azzardo con le slot machine. In base all’importo procapite destinato al gioco d’azzardo, nelle prime dieci posizioni ci sono ben tre province abruzzesi: Teramo e Pescara sono addirittura al secondo e terzo posto con 2.472 e 2.429 euro. Al decimo c’è la provincia dell’Aquila con 2.204.

La maggior parte dei giocatori è di sesso maschile a Teramo: ma c’è una parte oscura legata all’universo femminile, spesso meno consapevole della propria dipedenza. C’è troppa, tanta disinformazione: spesso chi vive il problema teme il giudizio degli altri e non sa quanto sia diffusa invece la dipendenza. La fotografia del giocatore tipo a Teramo è la stessa che altrove: si inizia a giocare con i propri mezzi, anche con poche somme. Poi si finisce in banca a chiedere prestiti e ad ipotecare la casa.

La cosa preoccupante inoltre è che la ludopatia comincia a riguardare fasce di età sempre più piccole. “Intatti tra gli obiettivi principali c’è anche quellla di fare formazione nelle scuole con progetti mirati nella fascia adolescenziale – spiega una delle responsabili, Arianna Cupelli – noi abbiamo sentito la necessità di creare questa associazione anche per non disperdere il patrimonio di esperienza umana e professionale sedimentato negli anni e per cercare di trasformarlo, uscendo dal confine strettamente sanitario, in uno stimolo al cambiamento per molti concittadini coinvolti nel problema. Con noi ci sono anche i familiari che fungono da ruolo di tutor – prosegue – per aiutare il familiare e il parente a gestire il suo percorso terapeutico e di uscita dalla dipendenza”.

“Andando nello specifico degli obiettivi, oltre a garantire ascolto – prosegue la responsabile  – orientamento e supporto psicologico ai soggetti a rischio e a sostenere le famiglie, vogliamo costruire un momento di sensibilizzazione per la cittadinanza, creare  una rete e coinvolgere le realtà del territorio più sensibili ad affrontare il problema del gioco d’azzardo”.

Sono sette i componenti del direttivo dell’associazione, tra i quali il gruppo tecnico che ha il compito di occuparsi del primo step di ascolto per gli utenti che vogliono avvicinarsi, prendendo coscienza del problema. Dal secondo incontro in poi c’è l’approccio con gli altri membri dell’associazione, anche con ex giocatori che portano la loro testimonianza. “Comunque vada indirizziamo le persone al servizio del Ser.D. – specifica la dottoressa Cupelli – Poi gli utenti possono scegliere di rimanere con noi nel percorso, ma noi principalmente li indirizziamo alla Asl, anche se la condizione necessaria  perchè vadano al Ser.D è la presenza di un Tutor che li segua nel percorso”.

Chi ha vissuto sulla propria pelle questa esperienza è il Presidente di Resalio APS, Pasqualino Ponziani, il quale racconta la sua vicenda da ex giocatore d’azzardo. “Sono uscito dal percorso del Ser.D nel 2018 dopo tre anni di duro lavoro. Giocavo alle slot machine e stavo per rovinarmi. Avevo anche venduto quasi tutto l’oro che avevo. Poi i miei figli mi hanno aiutato mettendomi spalle al muro e facendomi affrontare questo percorso. E’ stata dura, ma ne sono uscito. Dall’inizio del percorso nel 2015 ho avuto due ricadute, una al primo mese, una al secondo mese ma ora sono libero”.
“Ponziani è l’esempio vivente che con la forza della volontà e di una famiglia che ti è vicina si può uscire dalla dipendenza- dice ancora la responsabile – ed è anche grazie a lui se è nata l’associazione”.

Attualmente l’associazione ha sede operativa in via D’Annunzio presso il palazzo delle attività sociali del comune di Teramo. E proprio con l’amministrazione comunale si sta pensando a portare avanti dei progetti inerenti la Ludopatia.