PESCARA – In Abruzzo al via la petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere invece il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. Lo annuncia Coldiretti Giovani Impresa con il via ufficiale alla raccolta firme per dire ‘Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo’ sul sito www.giovanimpresa.coldiretti.it e negli uffici della Coldiretti in tutta Italia, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica. In Abruzzo sono coinvolti i tre mercati coperti di Campagna Amica di Teramo, Pescara e Chieti e il mercato all’aperto di Sulmona oltre a tutti i presidi territoriali dell’organizzazione agricola, con decine di giovani impegnati nella raccolta delle firme che domani mattina si incontreranno in videoconferenza per le iniziative da mettere in campo.

“Una petizione nazionale a tutela del suolo agricolo – spiega Coldiretti Giovani Impresa – per chiedere alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra. Preoccupati per l’emergenza climatica, i giovani agricoltori intendono cogliere ogni opportunità offerta dalle tecnologie innovative, avendo come obiettivo la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima e l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il consumo di suolo agricolo destinato al fotovoltaico a terra minaccia il futuro alle nuove generazioni di agricoltori”.

“Destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare accelerando di fatto la perdita della biodiversità che rende unica la nostra regione e il nostro Paese – spiega il leader dei giovani agricoltori di Coldiretti Abruzzo Giuseppe Scorranocome giovani agricoltori sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile, ma siamo anche convinti che il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento sino a un massimo del 5% della superficie da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali”.

I giovani agricoltori della Coldiretti propongono che le Regioni e gli enti locali identifichino nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e nei tetti delle strutture produttive anche agricole, il luogo idoneo all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili. “In Abruzzo – aggiunge Scorrano –  ci sono terreni non destinati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico. E’ assurdo utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambientale togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni di agricoltori”.

“L’Italia vanta oltre 822mila impianti fotovoltaici, ma è fondamentale difendere la capacità produttiva alimentare nazionale in un Paese come l’Italia in cui – conclude la Coldiretti – la superficie agricola utilizzabile si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari negli ultimi 25 anni”.