TERAMO – “L’ impatto sul sistema abitativo della crisi scatenata dal diffondersi del contagio da Covid19 ha aggravato ulteriormente il sistema delle locazioni pubbliche e private presente nel territorio provinciale. Anche a Teramo il virus comincia a portare allo scoperto il disagio abitativo e i nuovi poveri. Si rileva un aumento delle richieste di beni primari, anche da categorie di persone che fino a qualche tempo fa vivevano agiate“. In una nota il segretario regionale del Sindacato Inquilini SICET-CISL, Antonio Di Berardo, rileva una situazione strardinaria che, seppur contenuta, “non può essere affrontata senza la cooperazione dei sindacati degli inquilini e dei proprietari“.
Per questa ragione è organizzato un incontro, per il prossimo giovedì 23 luglio, tra Organizzazioni dei Proprietari di Confedilizia, Uppi, Asppi e degli inquilini, Sunia, Sicet, Uniat presso l’Ater con la presenza della Presidente Maria Ceci “per rivedere i canoni di locazione calmierati. In tale direzione però la Giunta comunale dovrebbe quanto meno – afferma Di Berardo – avere il coraggio di ridurre la tassazione Imu a carico dell’Ater, che è costretta a tagliare i fondi per la manutenzione ordinaria/straordinaria“.
Sul disagio abitativo che la pandemia ha notevolmente accentuato, il Sicet ritiene centrale il ruolo della Provincia e del Comune di Teramo e chiede quindi “al Sindaco Gianguido D’Alberto la convocazione di un tavolo di confronto con tutti i soggetti istituzionali e di rappresentanza sociale e di tutte le sigle sindacali dell’inquilinato e dei Proprietari. Oggi, la situazione in cui viviamo, è la più grave dal dopoguerra sotto il punto di vista socio-abitativo. Un enorme sasso è piombato con violenza sulle attività commerciali, artigiani, bar e ristoranti, che non riescono più a pagare gli affitti, sui tanti giovani che lavorano in nero, migliaia di persone che sono rimaste senza lavoro e senza reddito. Per far fronte a questa emergenza, che vede ancora una volta esposte le persone più fragili, occorre una sostegno concreto da parte della politica locale e regionale. Ma non basta – conclude Di Berardo – bisogna puntare su un forte rilancio dell’edilizia residenziale pubblica mediante investimenti con fondi regionali, nazionali e comunitari, per l’aumento degli alloggi ERP da destinare alle fasce sociali più bisognose del patrimonio immobiliare, ormai fatiscente, riqualificare i quartieri degradati unitamente ad una riforma organica della Legge Regionale di riferimento e per la gestione degli alloggi ERP“.