TERAMO – C’è dell’altro dietro all’evento ContestE UrbanE, c’è tanto di quel che è stato e che non c’è più, altrove.
E’ ancora vivo il senso di appartenenza: via Tevere, per me che lo scrivo, rimane la più bella al mondo. Lì sono nato e cresciuto e lì ci sono ancora persone che combatteranno sempre per quel valore, un valore vero che le loro giovani generazioni apprenderanno.
In quegli stabili Ater in muratura, costruiti nel 1955 e che hanno retto a tutte le criticità degli ultimi 65 anni, si sta in casa ancora con la porta aperta o con le chiavi lasciate nella serratura d’ingresso; si chiede ancora, al vicino, se ha un pò di pane in più o dell’olio o un uovo perché, rincasando tardi, ha trovato il market del quartiere San Berardo, chiuso.
Vedere quel quartiere così tanto vivo, laddove respiri un’aria diversa anche solo per per una sera, cenare in strada tra i due stabili, in quella che era stata un’area da un milione di sfide calcistiche “palazzo contro palazzo”, è andato oltre l’evento, il primo vero Live Music del post-covid: parlarne con Berardo Di Battista, che ha curato la parte “sporca” della rassegna, completando il grande lavoro tecnico di Renato Pilogallo, Pina Manente e dell’Associazione Città della Conoscenza Onlus , è stato davvero emozionante.
ASCOLTA BERARDO DI BATTISTA