TERAMO – La sentenza del Consiglio di stato conferma l’inammissibilità del ricorso della Tercoop sulla gara per la gestione dei parcheggi a pagamento “perché non avendo partecipato alla gara non avremmo diritto a contestarla”, si legge in una nota della stessa cooperativa. “Uno dei punti più importanti da noi segnalati – prosegue la nota – , la penalizzazione del pubblico interesse con la scelta del project financing e l’esclusione del nostro progetto molto più vantaggioso per le casse comunali e per i posti di lavoro garantiti, c’è stata con l’aggiudicazione dell’appalto e non prima, quando l’offerta poteva essere ancora migliorata in sede di “gara” o di trattative e pertanto la contestazione della specifica illegittimità poteva avvenire solo dopo l’accettazione dell’offerta penalizzante da parte del Comune.
Con l’intento di contrastare la corruzione, l’Unione Europea e l’Anac emanano direttive per la protezione dei segnalatori di illegittimità che danneggiano il pubblico interesse, anche con il sostegno finanziario per gli eventuali costi di contenziosi legali. La sentenza del Consiglio di Stato al contrario, non solo ignora le nostre segnalazioni e le nostre denunce, ma ci condanna a risarcire con 5mila euro a testa il Comune di Teramo e la Easy Help.
Paradossalmente l’unica “illegittimità” riscontrata ed evidenziata dai giudici è stata la lunga proroga da noi non richiesta che avrebbe addirittura favorito la Tercoop, ignorando che la specifica inchiesta della Procura non aveva riscontrato un nostro indebito arricchimento, ma solo costretti per un decennio a lavorare in perdita con le continue sottrazioni di stalli fino all’indebitamento con il Comune.
L’ultimo nostro atto dovuto sarà la segnalazione di questa emblematica vicenda alla Corte Europea di Giustizia che potrà fare le sue valutazioni su quanto è avvenuto nell’appalto dei parcheggi a pagamento di Teramo e in alcuni tribunali della nostra cara Italia.
La Tercoop lascerà la gestione dei parcheggi teramani dopo aver vinto dal 1992 tutte le gare indette dal Comune di Teramo senza godere di un diritto di prelazione ma per la bontà delle sue offerte, solo perché due amministrazioni comunali, una di centrodestra e l’altra di un sedicente centrosinistra, hanno volutamente ignorato e scartato le sue più vantaggiose proposte. Un vero “capolavoro politico amministrativo”.