“La politica è lontana dalla vita reale”, “I politici che ne sanno dei nostri problemi”… Quante volte abbiamo sentito queste affermazioni al bar mentre sfogliamo velocemente i giornali tra un morso al cornetto e un sorso di cappuccino?
L’opinione pubblica è chiara: la politica è distante dai problemi quotidiani e così cresce il disinteresse.
Ma di fronte a questo scenario, la politica poteva starsene immobile a guardare l’allontanamento degli elettori? No! Senza elettori, si è senza voti. E allora si è guardata intorno e ha visto, nel più grande condominio del paese, cioè Facebook, una grande opportunità.  I social network costano poco. Con essi si arriva direttamente ai cellulari delle persone e quindi persino nel loro bagno. Si può parlare con i cittadini e si può raccontare immediatamente quello che si sta facendo, senza l’intermediazione di giornalisti. Si può persino parlare del proprio privato, che come in ogni condominio che si rispetti, è la linfa vitale del chiacchiericcio e poi piace tanto all’elettore medio, che così si distrae dai veri problemi. Si possono infine raccogliere anche dati importanti sulla propria audience, in modo da avere una visione chiara del proprio elettorato. Cosa preferiscono i cittadini su una determinata tematica? Dai commenti, per esempio, lo si capisce e si può poi sempre aggiustare il tiro con una proposta politica adeguata. I social appaiono così uno strumento perfetto, a patto che li si sappia usare adeguatamente. Il loro contributo alla comunicazione politica è notevole, basti pensare a come siano stati decisivi nella campagna elettorale di Trump. I cittadini usano sempre più i social per fare ricerche e informarsi, e così un politico non può non utilizzare questi strumenti. Non essere online significa non aprire la porta di casa ai propri vicini che vogliono conoscerti.

Ma guardando a casa nostra, quanto sono social i candidati presidente della Regione Abruzzo? Ormai i loro volti sono noti. Ci salutano al mattino con le loro dichiarazioni sul giornale, ci accompagnano durante la giornata con i loro post e ci danno la buonanotte in Tv nei tolk show locali. Ma come usano il principe dei social network, ovvero Facebook, Stefano Flajani, Giovanni Legnini, Sara Marcozzi e Marco Marsilio?

Il primo in ordine alfabetico è Stefano Flajani, candidato di CasaPound. Appena approdata nella sua pagina osservo che non c’è alcun accenno alla sua candidatura nella cover. La cover, ovvero la copertina in alto, è la prima cosa che si nota e nel suo caso c’è l’immagine del leader del partito Simone Di Stefano e una sua citazione. Utilizzare questo spazio per informare della candidatura o del proprio programma per l’Abruzzo, è una buona opportunità da non sprecare. Sulla sua pagina non c’è neanche il box a destra, solitamente dedicato alla presentazione del candidato. Chi non conosce Stefano Flajani e vuole sapere chi è e il suo programma, deve per forza scorrere pazientemente i suoi post per capire qualcosa di lui. Sul web le informazioni devono essere facilmente reperibili, altrimenti il visitatore va altrove, sfruttare al meglio le opportunità di Facebook significa dare velocemente e facilmente al visitatore le informazioni più importanti per la propria campagna elettorale. La pagina non viene aggiornata con la stessa frequenza di quelle degli altri candidati. La comunicazione utilizzata è di tipo formale, ma dal tono caldo. A volte si utilizza la prima persona singolare, a volte la prima persona plurale, altre volte la terza persona singolare e questo mette un po’ di distanza tra chi scrive e chi legge. Più che del programma per l’Abruzzo, nella pagina si presenta CasaPound e le sue iniziative. Facebook diventa quindi il megafono con il quale far conoscere il contributo del partito sul territorio.

Dalla F di Flajani salto alla L di Legnini. Giovanni Legnini è il candidato presidente per il Centro-sinistra. Digitando il suo nome mi appare la sua pagina. Nella cover si possono osservare alcune foto del candidato. Le foto sono prive di slogan, di un accenno alla sua candidatura o di un simbolo. Scorrendo si nota a destra un box dedicato ad una sua presentazione. Il testo qui è asettico e riporta il suo Curriculum Vitae. Il tono usato è formale, anche se scritto in prima persona singolare. Sul social blu si parla di “amici” e scrivere in modo così distaccato, fa sentire il pubblico un po’ un visitatore, più che un amico. I post non sono coinvolgenti e si fa ricorso al noi/voi che mette sempre un po’ di distanza. Gli aggiornamenti sono frequenti e descrivono le tappe della campagna elettorale. Nella comunicazione utilizzata si fa appello alla territorialità e all’importanza della partecipazione, come nel post in cui si afferma che il programma è stato scritto da abruzzesi o come nello slogan: “Abruzzo. Un programma da scrivere insieme”. Nella pagina sono pubblicate anche alcune foto che lo mostrano nella sua vita quotidiana. Inutile dirlo, ciò aiuta a sembrare un uomo comune e vicino alla gente.

Sara Marcozzi, candidata presidente del Movimento 5 Stelle. Cliccando sulla sua pagina, nella cover si può osservare un video dove vengono presentate delle immagini molto suggestive dell’Abruzzo, i colori associati alla sua candidatura, il suo slogan, il suo nome. Non è presente il box a destra con informazioni sulla sua persona. Peccato! Potevano arricchire le informazioni trasmesse dal video. Il primo post fissato in alto è esplicativo. Parla dell’Abruzzo, spiega il suo slogan “La forza gentile” e poi fa appello ai simpatizzanti del movimento per le donazioni. La comunicazione ha una forte identità. Si rivolge ai simpatizzanti del movimento. I termini, i temi e gli appelli dei post sono quelli tipici dei pentastellati. Gli elettori del M5S si riconoscono nei post che rafforzano il senso di appartenenza grazie ai contenuti della pagina. Gli aggiornamenti sono continui e spesso si condividono informazioni sull’attività di Di Maio al Governo, oltre agli appuntamenti della campagna elettorale. Il linguaggio usato è colloquiale e a volte si usano anche espressioni molto colorite come “Ma che vi fumate?”. Si ripropone quindi la comunicazione del movimento. La candidata spesso ricorre alla logica “Noi contro loro” e loro sono Marsilio, bersaglio di una vignetta sarcastica per denunciare la sua provenienza da Roma, e Legnini che è oggetto di un video relativo alla sua “mega coalizione”. Gli aggiornamenti sulla campagna elettorale e sul programma sono costanti. Spesso la candidata ricorre ai video che sono uno strumento diretto ed efficace per comunicare. A differenza degli altri candidati, la Marcozzi offre la possibilità di usare una cornice con i suoi colori identificativi per la foto profilo dei visitatori che la vogliono sostenere.

Marsilio Marco, candidato del Centro-destra. Appena si giunge alla sua pagina si nota subito la sua candidatura. La cover è un po’ troppo “ricca” a livello grafico perché ci sono tante informazioni: lo slogan, i simboli dei partiti che lo sostengono, gli hashatg, le icona social, il sito internet, l’evento di presentazione della sua candidatura, la data delle elezioni e la sua foto. Troppe informazioni per uno spazio non molto grande. Lo slogan “Le buone idee per fare più grande l’Abruzzo” è un po’ poco concreto. La parola “idee” trasmette qualcosa di astratto e aleatorio.  A destra è presente il box dedicato ad una sua presentazione. Sottolinea rigorosamente le sue radici abruzzesi, per alleggerire il suo gap di partenza rispetto agli altri candidati. Anche qui abbiamo una formale riproduzione del Curriculum Vitae. Nei post viene raccontata la campagna elettorale. Gli aggiornamenti sono costanti. I suoi incontri vengono tutti pubblicati con lo stesso layout grafico e questo rassicura il visitatore, che impara ad individuare facilmente gli appuntamenti. Nei contenuti pubblicati trova poco spazio il programma elettorale. Facebook è un utile strumento per avvicinare le persone e mostrare ciò che si ha intenzione di fare, coinvolgerle e suscitare loro emozioni. Peccato che venga poco sfruttato in questo senso.

Recenti studi affermano che i social network hanno un ruolo fondamentale nel consolidamento delle percezioni politiche. Usare Facebook in modo semplice, colloquiale e diretto è utile per far conoscere il programma politico, il candidato e quello che ha fatto in passato. Una pagina Facebook funzionale deve tenere conto delle persone alle quali si rivolge, per fornire contenuti che siano in linea con le loro aspettative, con i loro valori e che risponda alle loro esigenze informative e di intrattenimento. Su Facebook, in fin dei conti ci si va anche per quello. Il social blu, offre anche un’altra grande opportunità: un dialogo costante con chi segue la pagina. Capire ciò che pensano i propri elettori, di cosa parlano e cosa li preoccupa è essenziale per dar vita ad un piano editoriale di successo. Facebook è uno strumento dalle grandissime potenzialità.  Bisogna solo imparare a gestirlo, proprio come in un grande condominio bisogna capire quando aprire la porta per accogliere i vicini, quando chiuderla per parlare in modo riservata solo con alcuni; quando ascoltare ciò che urlano i vicini e quando aprire, invece, la finestra per mostrare il proprio sorriso migliore!