Un patto tra istituzioni e luoghi di cura, tra associazioni e famiglie, per tutelare i nati pretermine. E’ questa la proposta che viene dalla Sin, la Società italiana di neonatologia (Sin), in occasione della Giornata mondiale della prematurità che si celebra il 17 novembre. L’associazione dei neonatologi lancia un appello per migliorare l’assistenza neonatale in tutto il Paese: un invito raccolto già dal Ministero della Salute.
La Sin e le Neonatologie italiane intendono impegnarsi, soprattutto, su alcuni punti. Il primo è garantire l’accesso 24 ore su 24 ai genitori in tutte le Terapie intensive neonatali (Tin): oggi, infatti, solo il 61% lo permette. I medici propongono inoltre l’organizzazione di corsi di rianimazione neonatale per tutti i neonatologi, per assicurare la migliore assistenza possibile in sala parto in tutti i punti nascita italiani.
Infine, spiegano come sia importante migliorare l’assistenza dopo la dimissione, con una rete di servizi di follow-up organizzata e strutturata, oggi sottodimensionata rispetto alle reali esigenze e troppo eterogenea geograficamente.
“I neonati pretermine, cioè quelli che vengono al mondo prima della 37ma settimana di età gestazionale, sono una grande sfida per la neonatologia e per la società” dichiara il presidente della Società italiana di neonatologia, Fabio Mosca.
L’Italia oggi è uno dei Paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo per neonati di peso inferiore a 1500 grammi (con un rischio di mortalità neonatale del 39% superiore al Sud rispetto che al resto d’Italia). I dati del Vermont Oxford Network evidenziano una mortalità nazionale dell’11,3% rispetto al 14,3% delle più importanti Tin a livello mondiale

(ANSA)